"Il mio Padre Pio attuale fra le guerre"

Il regista Abel Ferrara, ospite del Terra di Siena, sale in cattedra all’università. "LaBeouf? Un fuoriclasse"

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Torna Terra di Siena, l’International Film Festival giunto alla 26esima edizione, e nella Città del Palio approda Abel Ferrara. Il pluripremiato regista e sceneggiatore statunitense, dopo la proiezione del suo nuovo film ‘Padre Pio’ – con, tra gli altri, Shia LaBoeuf, Asia Argento, Ignazio Oliva e Marco Leonardi – ha tenuto ieri la propria masterclass ‘The filmmaker and the apocalypse’ all’Università per Stranieri. Un’occasione per raccontarsi, descrivere la sua idea di cinema, parlare del nuovo girato e aprirsi alle domande dei tanti studenti e non che hanno accolto con entusiasmo la simpatia, disponibilità e genialità di un big del cinema. Che tra aneddoti e visioni del mondo, ha spaziato dal suo rapporto con la fede buddista alla scelta dei protagonisti, dalle origini italiani al passato complesso, senza tralasciare argomenti di attualità come il conflitto in Ucraina.

"Le mie origini sono chiaramente italiane – ha raccontato Ferrara – anche se in tutti questi anni, e ormai ne ho 71, non ho mai imparato la lingua. Da 20 anni sono assiduamente in Italia, e qui ho girato tantissimi film e trovato storie che mi hanno ispirato. Sono nato nel Bronx, che non ha niente a che fare con ciò che siete abituati a vedere di New York, e il cinema mi ha dato la possibilità di conoscere posti, persone: la stessa possibilità che mia madre e mia nonna non hanno mai avuto, rimanendo sempre dentro al quartiere".

Un cinema che è fatto di peccatori ed emarginati che vanno incontro alla redenzione, che cercano la speranza, muovendosi tra città cupe e violente. Ma anche un cinema di religione, che va ad incastrare sul substrato culturale del regista. "Io sono buddista e il buddismo mi ha aiutato ad attraversare momenti bui della mia vita. Alcol e droga sono ormai parte di un passato lontano. Se mi chiedete se credo in Dio, vi rispondo di no. Ed è ovvio, essendo buddista. Però credo in Padre Pio: non vedo in lui il significato che vedono i cattolici, ma vedo in lui l’intelligenza, la capacità di far capire a chi gli stesse intorno l’ordine delle cose, la verità delle cose. È una luce di speranza che attraversa gli anni bui tra due guerre mondiali, tremendamente attuale visto ciò a cui assistiamo oggi nell’est dell’Europa".

Ed è proprio la figura di Padre Pio quella che più ha stressato il regista nella ricerca dell’attore perfetto. "Shia LaBeouf è ciò che volevo. Non ci conoscevamo, ma ci siamo capiti subito. È una star, un fuoriclasse, che si è messo subito a lavoro in modo incredibile: ci siamo visti l’uno nell’altro, e fin dalla prima call ho capito che era l’uomo che cercavo. Era il mio, perfetto Padre Pio".

Andrea Talanti