Trentacinque anni, da Prijepolje, ai confini col Montenegro, la stessa città natale del fuoriclasse Nba Vlade Divac. È lì che il capitano biancoblù Nemanja Petric si è innamorato presto della pallavolo: "Avevo 9-10 anni, c’era una bella scuola di volley. Conosco Divac, c’è anche una lontana parentela con la famiglia di mia madre. Da bambino avevo provato anche con il calcio, ma due mesi, non di più". Poi solo volley. Merito anche della nazionale che nel 2000 vinse l’oro olimpico. Qual era il suo idolo? "Mi piaceva tanto Goran Vujevic, godevo a guardarlo, poi l’ho avuto come compagno e amico. È una fortuna riuscire a giocare con quello che da bambino era il tuo idolo. In quegli anni la nazionale era forte, è stata una generazione di idoli". Nel 2011 l’approdo in Italia, a Perugia… "Era una scommessa, di quelle che mi piacciono. Ha influito proprio Vujevic e la presenza in panchina di Kovac. Sono stati tre anni molto belli, con grandi soddisfazioni e risultati in crescendo". Da Perugia a Modena… "Anche lì tre anni consecutivi pieni di successi, una scelta perfetta, grandi campioni, grande allenatore, gruppo bellissimo. Nel 202021 era diverso: ero felice di tornare, ma il covid aveva cancellato tutto, il pubblico non poteva assistere alle partite, ci mancava quel calore. Come squadra forse potevamo fare di più, a volte le cose non vanno come si pensa" Fino a pochi mesi fa giocava a Belgorod, al confine con l’Ucraina. Com’era la situazione? "Tranquilla, anche se ogni tanto qualche rumore non bello si sentiva. La vita scorreva normale, c’era un po’ di stress, ma la gente del posto ci ha sempre aiutato molto. La famiglia è tornata in Serbia subito dopo l’inizio della guerra, ci sentivamo più sicuri così". Dopo anni di lotta ai piani alti, la scelta di Siena che significato ha? "Il progetto mi piaceva. Avevo offerte dalla Russia, dalla Turchia, anche dall’Italia. Quella di Siena mi ha convinto di più. Poi ho saputo che c’erano dei giocatori che mi piacevano, è una sfida che ho accettato volentieri. Conoscevo la città, con mia moglie l’avevo già visitata ai tempi in cui giocavo a Perugia. È bellissima, adesso viverci è ancora più bello, ci sono più cose da scoprire. Appena abbiamo del tempo libero la visitiamo". Capitolo nazionale. Una parola per descrivere il successo a Euro 2019? "Il momento più bello della mia carriera". Se le chiedo di Parigi 2024? "Mi piacerebbe, quel tipo di esperienza mi manca visto che nel 2016 e nel 2020 non ci siamo qualificati. Però è troppo presto per parlarne, la prossima olimpiade non è lontana, ma devo anche ascoltare il mio corpo. Ne parlerò a fine stagione con allenatore e federazione". E la sfida di stasera con Modena? "È una partita molto importante. È un campionato dove un po’ tutte le squadre fanno punti ovunque, sicuramente anche noi abbiamo la possibilità di farlo. Dobbiamo crescere, stiamo lavorando, a Cisterna si è visto qualche passo avanti. Mi aspetto una squadra carica che viene qua per vincere. Noi dobbiamo essere più bravi di loro". Stefano Salvadori