Il Garante della privacy: "Nessun ostacolo alla sperimentazione"

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Dall’ufficio stampa

del Garante della privacy

riceviamo

e pubblichiamo

Caro direttore

nell’intervista rilasciata al Suo giornale (’Monoclonali al palo per la privacy, la sperimentazione si farà all’estero’, pubblicata il 15 novembre), Rino Rappuoli, si lamenta della difficoltà di reperire i nomi di pazienti Covid per effettuare sperimentazioni di farmaci a causa di supposti vincoli per il rispetto della privacy.

E’ bene dunque precisare quanto segue. Il Garante per la privacy non ha mai opposto alcun ostacolo alla sperimentazione scientifica e medica, tanto meno avrebbe potuto farlo nel caso dell’iniziativa del dottor Rappuoli per il semplice fatto che tale progetto non è mai stato sottoposto alla sua attenzione.

Quanto alla possibilità di conoscere i nomi dei pazienti Covid a fini di sperimentazione, quello che il dottor Rappuoli chiama ’escamotage’, è in realtà la procedura corretta, visto che l’autodeterminazione degli interessati è presupposto di liceità del trattamento dei dati personali. Ogni persona ha infatti il diritto di poter decidere liberamente, esprimendo un suo consenso informato, se far inserire o meno i suoi dati in liste di soggetti da sottoporre a sperimentazione mediche.

Qualora tuttavia il consenso degli interessati non possa essere acquisito (perché particolarmente difficile da richiedere o per altri tipi di problemi), per agevolare comunque la realizzazione di specifiche iniziative di ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico, le norme sulla privacy prevedono la possibilità per il ricercatore di consultare preventivamente il Garante e il comitato etico territorialmente competente.