Il coro della politica, tutti contro UniCredit

Fratelli d’Italia chiede all’Europa "una proroga dei termini per la vendita". Lolini della Lega rilancia la banca dei territori di Salvini

Migration

Il coro dei politici è appena iniziato, da qui a metà settembre quando UniCredit terminerà la due diligence e delimiterà il perimetro che vorrà acquisire del Monte dei Paschi, e al 3 ottobre, data prevista per le elezioni suppletive per il collegio senese della Camera, non si zittirà per un attimo. E bisognerà registrarlo, anche se sarà ripetitivo.

"Fratelli d’Italia ritiene necessario realizzare una deroga in sede comunitaria funzionale a superare il termine d’uscita dello Stato da MPS fissato al 31 dicembre 2021 - scrive FdI - e valorizzare soluzioni che tutelino marchio, patrimonio e livelli occupazionali. Senza cedere alla tentazione di percorrere la strada più rapida e semplice, ma meno conveniente per lo Stato. Con l’operazione avviata la neutralizzazione dei rischi di esposizione per Unicredit comporterebbe un impegno per oltre 10 miliardi da parte dello Stato ribaltando cosi i costi sui contribuenti e sui lavoratori del Monte. Per questo FdI chiederà in sede di Parlamento Ue di verificare le condizioni per procedere ad una deroga. Al contempo FdI si attiverà in Parlamento nazionale per sollecitare il Governo a verificare la percorribilità di soluzioni che tutelino concretamente marchio, patrimonio, dipendenti".

L’onorevole Mario Lolini, commissario toscano della Lega, ripete l’idea che il leader Matteo Salvini ha rivelato a La Nazione. "Il Monte dei Paschi per la Toscana non è solo una banca, è un pezzo di storia economica e finanziaria. La Lega dice no alla svendita, vuole tutelare i posti di lavoro, evitare la chiusura degli sportelli e tutelare un marchio che dal 1472 caratterizza l’istituto di credito, la città di Siena e il suo territorio. La nostra proposta, già lanciata da Salvini, è dare un impulso, con la regia statale, alla creazione del terzo polo italiano, trasformando Mps in una banca dei territori, affiancandola alle realtà locali di altre regioni".

"L’unica certezza, per il Monte dei Paschi, si chiama Padoan: prima da Ministro ha salvato la banca, ora da presidente di Unicredit sembra intenzionato ad acquistarla. Il resto sono chiacchiere, come quelle che il sindaco avrebbe intrattenuto nei salotti romani; o quelle fatte nel Consiglio comunale che non hanno portato risultati, se non appena 150 milioni di risarcimento alla Fondazione, a fronte della presuntuosa richiesta miliardaria". Sono le parole di Pierluigi Piccini, capogruppo di Per Siena, che rilancia la proposta della "banca pubblica di investimenti, che in Italia manca. Una soluzione praticabile ma potrebbero essercene altre. Serve un’alternativa credibile alla fusione con Unicredit".

Alberto Monaci, per l’Associazione Confronti, ironizza "sull’assembramento sotto la statua di Sallustio Bandini. Lamentazioni e invettive che suonano come lo stagno delle monete false. Non ci fossero state le suppletive, molte di quelle voci, avrebbero continuato a non farsi udire. Ci sono ancora margini per combattere la giusta battaglia: il ristoro del capitale investito dallo Stato non può avvenire in perdita, cosa che avverrebbe, vista l’erosione del valore delle azioni continuata dall’ingresso del MEF, aggravata dalla dote fiscale posta sul tavolo. Lo dice la direttiva UE sui

salvataggi bancari. Lo abbiamo scritto anche al Presidente dell’Europarlamento. Ripartiamo da qui, se vogliamo davvero salvare l’esistenza dell’unica banca con la testa in Toscana".