Iannone, il realismo magico per vincere i Palii

Una foto, una storia Lo scatto di Mattioli ritrae il capitano della Chiocciola alla fine degli anni ’70. Quando la Festa era ancora un gioco

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Se potessimo dividere in epoche il Novecento paliesco, gli anni Settanta sono stati gli ultimi fuochi di un modo divertente e divertito di intessere certe trame. Fra gli assoluti protagonisti ecco Piero Iannone, capitano della Chiocciola dal 1974 al 1982, con una breve parentesi anche nel 1996. Eccolo qui ritratto, fine anni ’70, da Augusto Mattioli: Iannone tre volte vittorioso, incantatore di serpenti, se così possiamo definire chi sembra che ci dica: "Non voglio realismo, voglio magia!", ovvero un Palio fatto di scelte impossibili che diventano certezze, di favole che si trasformano in sentenze, per lui e per il popolo di San Marco, a lieto fine.

II Palio è fatto di incontri e di episodi magici, basta saperli cogliere: così il quotidiano si trasforma in avventura. E la Chiocciola di Iannone, e di tenenti come Volpi e Senesi, di avventure ne ha vissute tante, sul filo per equilibristi di un circo che faceva stare tutti con il naso all’insù. Una generazione ricca di colpi di teatro, di mirabolanti capovolgimenti, di vittorie inaspettate, come se la vita fosse un film. Ed il bello era sicuramente l’inverno, la costruzione lenta di una tattica, il dare ed avere con altri "colleghi" altrettanto disposti all’avventura.

Un Palio a colori quello di Iannone, vittorioso "quasi" all’esordio del 1975 con Aceto e Panezio per una rimonta quasi impossibile, eppure oggi agli annali del palio. Bissa l’anno dopo nella pioggia di una carriera che non si doveva correre con il grigio Quebel e poi di nuovo Panezio con Bazzino a coronare un’epoca da leggenda. Iannone ha colto non solo la magia del Palio ma quella della vita, la spensieratezza di un ruolo forse mai del tutto preso sul serio. E per questo vincente.

Settembre è il mese delle prime nebbie mattutine, quando da Porta San Marco si intravede appena Monastero e le ombre che circondano Siena. In uno di questi il capitano plurivittorioso ha raggiunto cielo e memoria, andando a spiare dall’alto non solo le strade della sua Chiocciola, ma di tutta una città che lo ha sempre ricordato con affetto, compresi i rivali della Tartuca, quei colori voluti nell’ultimo suo viaggio, lasciando una lunga scia di consigli a chi vuole vincere e non solo in piazza: qualunque cosa tu possa fare, qualunque sogno tu possa sognare, comincia. L’audacia reca in sé genialità, magia e forza. Comincia ora!

Massimo Biliorsi