Il centrodestra è simile a un tavolo di poker: ci sono diversi giocatori attorno, la partita va avanti a colpi di bluff, rilanci, passo, carte coperte e nomi usati come fiches. Il giorno dopo il rilancio del fronte dei civici vicini al sindaco De Mossi e, soprattutto, del ’ricciarello magico’ che hanno candidato Massimo Castagnini a futuro sindaco, i tre partiti del centrodestra replicano rivendicando il loro diritto a scegliere i tempi e i modi per le candidature. Una frattura che era netta già da settimane, che era stata coperta dai tentativi di passerelle di saluto per De Mossi e dal delegare a lui la scelta di farsi da parte, e che da ieri riappare sempre più evidente, con quel silicone del ’paseo de honor’ che non tiene più.
Le liste che fanno riferimento a De Mossi sfidano i tre partiti dello schieramento a proporre nomi alternativi e a motivare eventuali veti su Castagnini. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, ma in particolare l’onorevole Francesco Michelotti che rappresenta il partito del presidente del consiglio, replicano con alzate di spalle. "Mi prendo il tempo che mi pare per decidere i candidati - avrebbe detto Michelotti - nessuno mi può mettere un timer come se stessi cuocendo una torta".
Ma cosa accadrà se i tre partiti non appoggiassero Castagnini e proponessero un loro candidato? "Non è un dogma andare insieme" è un’altra frase pronunciata dalle parti di Fratelli d’Italia. Reazione che prefigurerebbe una scheda elettorale nelle prossime amministrative con almeno 5 candidati: Fabio Pacciani del Polo civico, Emanuele Montomoli, Massimo Castagnini delle Liste civiche, Mister X per il centrodestra, e uno o più candidati del centrosinistra. "Tutti pensano di essere decisivi quando ci sono le elezioni comunali. Poi si conteranno i voti alle urne" affermano gli analisti elettorali, ricordando i sindaci eletti per un pugno di schede. Il voto di primavera servirà anche per scoprire bluff e rialzi eccessivi. Basterà vedere le percentuali di consensi ottenuti dai partiti e dalle liste civiche.
P.D.B.