"I no vax? Un pericolo. Il vaccino sia obbligatorio"

Maria Grazia Cusi, microbiologa delle Scotte a capo dell’équipe che isolò il virus: "Dopo la Delta quasi più mutazioni, ma non si fermerà"

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di Paola Tomassoni

"L’Italia regge bene, ma tutti i Paesi intorno a noi sono ‘rossi’, con percentuali alte di contagi. Siamo sicuramente nella quarta ondata Covid" dice la professoressa Maria Grazia Cusi, direttore della Microbiologia e Virologia delle Scotte, con cui facciamo il punto sul virus e la sua nuova diffusione.

Perché così tanti contagi?

La circolazione attuale è legata a due fasce di età: quella fra 0 e 11 anni, giovani ancora non vaccinabili e poi alla fascia fra 40 e 60, dove ci sono molti no vax. Il più dei casi positivi attuali è in questo terreno fertile per il virus. Il non vaccinato è portatore del virus. Poi c’è quella parte di popolazione vaccinata da oltre sei mesi e quelli convinti all’ultimo minuto che hanno ancora solo la prima dose.

Siamo a percentuali altissime di vaccinati. Non basta?

I vaccinati con due dosi sono intorno all’85% e chi non si è vaccinato fino ad ora non lo sta facendo. E le difese anticorpali dopo la seconda dose vanno a declinare e a 8 mesi di distanza sono a livelli bassissimi di protezione. Dunque il virus riesce ad infettare. La memoria immunologica risponde prontamente, riattiva gli anticorpi e per questo i vaccinati oggi non finiscono negli ospedali e non nelle terapia intensive. Il vaccinato in caso venga infettato è poco contagioso, rilascia una bassa carica virale.

Fondamentale è quindi la terza dose?

La dose booster, aggiuntiva, che torna a proteggerci perché risveglia la risposta immunitaria e innalza di nuovo il livello degli anticorpi.

Qual è la durata dei vari vaccini?

Tutti gli studi oggi concordano che il punto critico è intorno al sesto mese, da cui parte il declino anticorpale. Chi ha fatto il vaccino monodose J&J avrà però un declino più precoce; il vaccino AstraZeneca ha durata minore rispetto ai vaccini m-Rna; Moderna è quello a più lunga durata, poco più di Pfizer.

Di questo passo però potrebbe servire anche la quarta dose?

Ho il sospetto che ci si possa arrivare. Bisogna vedere come procederà la pandemia, quanto il virus continuerà a circolare, considerando che arriveranno anche gli altri coronavirus, di stagione. Allo stato attuale vedo poco probabile che il virus si fermi.

Lei ha isolato il virus nel marzo 2020: quello di oggi è lo stesso?

No, è cambiato. Il ceppo di Wuhan è stato soppiantato dalle varianti: quella inglese, la prima, oggi non è più presente; della brasiliana ci sono pochissimi casi; il virus attuale è quello Delta, con qualche mutazione come è nella variante Delta plus. Mutazioni però non tali da determinare cambiamenti negli effetti.

Come proseguirà la campagna vaccinale?

La strada è rendere obbligatoria la terza dose per alcune categorie, come i sanitari. Poi, vista la gravità della situazione attuale e in vista delle feste di Natale, probabilmente l’invito alla terza dose sarà esteso.

Intanto i no vax non si fanno convincere: più che il green pass obbligatorio era il caso di obbligare al vaccino?

Avremmo evitato molte problematiche. Del resto ci sono vaccini obbligatori per motivi di salute pubblica, poteva esserlo anche quello Covid. La via della persuasione l’abbiamo provata e non è arrivata ai più rigidi, che rinnegano l’evidenza scientifica e sanitaria: la malattia c’è e ci sono persone che muoiono. I no vax parlano di dittatura sanitaria, in realtà sono loro a limitare la libertà degli altri.

Stanno arrivando farmaci per curare dal Covid. Cosa ne pensa?

Sono ancora in trial. Possono essere utilizzati entro 5 giorni dall’inizio dei sintomi, quindi con l’infezione già presente. Non sono soluzioni per fermare la pandemia. Solo la prevenzione, l’immunità di gregge prodotta dal vaccino, blocca la circolazione del virus. Il problema è che siamo in tempi di globalizzazione: come ha detto Papa Francesco bisogna produrre vaccini e portarli in quei Paesi dove non ci sono risorse per averli. La globalizzazione, e con essa la libera circolazione, trasporta anche il virus.