I negozi che resistono grazie ai fondi di proprietà

Foto, stoffe, pelletteria e coltelli. Viaggio tra le botteghe che non si sono piegate alla pandemia. "Siamo un baluardo per tutta Siena"

Migration

di Andrea Talanti

Non solo chiusure, grandi catene e franchising. C’è ancora, nascosta tra le vie strette che come petali racchiudono il centro storico della città, una Siena che sopravvive nei secoli attraverso le sue botteghe, testimonianza di valori, tradizioni e quella manifattura tesoro prezioso della comunità che è e che fu. Fatta di arredi antichi, di insegne storiche, di ricordi e memoria. Attività e arti frutto del lavoro di intere generazioni, ancora oggi gestite dalle famiglie che le fondarono o che nonostante i cambi di proprietà hanno saputo raccogliere un’eredità che custodisce i secoli passati. Una ricchezza a tutto tondo, dal 2021 oggetto di un itinerario ad hoc capace di valorizzare, anche a livello turistico, una parte della città troppo spesso trascurata da chi passeggia tra le vie dello shopping.

Come la Bottega Brocchi 1815 in via del Porrione, nata ad inizio ‘800 nei fondi della chiesa di San Martino e ‘salvata’ nel 2021 grazie a una convenzione tra il Comune e l’Istituto interdiocesano, che tutt’ora conserva il suo carattere prettamente familiare (oggi l’attività è portata avanti da Alessandro Brocchi) e lo stretto legame col Palio. Due secoli di storia che hanno visto la bottega fornire il Comune producendo armature e armi bianche per la passeggiata storica, zucchini, piatti e lance. Un legame sottolineato anche dalla sorella di Alessandro, Laura Brocchi, pittrice del Drappellone del luglio 2017 e già realizzatrice di cinque Masgalani tra il 1997 e il 2014. O come la Cappelleria Terzi Stefano, la Coltelleria arrotino di Siena e la Pelletteria Falchini in Banchi di Sotto, botteghe storiche fondate a inizio ‘900 che ancora oggi mantengono gli arredi originali.

Ci sono poi storie, miti, leggende: come quella dell’Antica Farmacia del Campo, ancora in perfetto stile ottocentesco, che secondo la tradizione sarebbe stata frequentata dal sommo poeta, Dante Alighieri. O come l’attuale Note del Chianti, nel palazzo alla Costarella, dove un tempo alloggiava la ditta Lombardi, primo studio fotografico di Siena, della quale si possono ancora ammirare l’insegna e gli arredi originali. Fu al terzo piano del palazzo che Paolo Lombardi realizzò nel suo studio un celebre ritratto di Giuseppe Garibaldi.

Tra le attività che ‘si vedono ma non ci sono più’, anche l’ex Menotti Rugiadi, storica rivendita di stoffe in via dei Pellegrini adesso parte del negozio Airone, e l’alimentari delle sorelle Stolfi, le cui scaffalature e mobili sono conservate nell’Osteria Le Logge nel Porrione. Mentre la gastronomia è ancora ben rappresentata dal forno Il Magnifico in via dei Pellegrini, attività di lunga tradizione familiare nei locali del palazzo costruito da Pandolfo Petrucci al tempo del suo tentativo di dominare la città di Siena, e dall’Antica drogheria Manganelli in via di Città, sono i calzolai a diminuire sempre di più: tra questi, resiste la piccola bottega artigianale Marchetti, in via Mattioli. Un’elisir della giovinezza che non fa mai invecchiare storie che hanno attraversato i secoli, pietre miliari della Siena di tutti i tempi. Ma qual è il segreto che si nasconde dietro alla strenua resistenza, che la pandemia ha fatto sí vacillare, ma non ha spezzato?

"Sicuramente l’attenzione che poniamo nelle nostre attività – racconta uno dei proprietari, bottegaio da generazioni che, come sottolinea lui stesso, preferisce rimanere nell’ombra della sua attività – l’impegno quotidiano a far sopravvivere qualcosa che non è solamente nostro, ma patrimonio di Siena. I turisti rimangono affascinati da questa storia che prosegue negli anni e che testimonia la città che è ed è stata, mentre per i senesi non è una novità, ma vita quotidiana. I fondi di proprietà ovviamente aiutano, ma non sempre bastano. Facciamo sacrifici anche noi, mantenere la qualità elevata costa, ma poi il risultato paga e appaga. La sicurezza è una: finché potremo, resisteremo . Sappiamo di essere baluardo di una Siena che senza noi, non sarebbe più la stessa".