I fantasmi di Omicron, negativi senza pass

La denuncia di una professionista senese: "Guarita dal Covid, ma il tampone in farmacia non è registrato sulle piattaforme sanitarie"

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La variante Omicron ha fatto impennare i contagi, sono esplose le quarantene disposte per i contatti, bollettino e tracciamento Asl sono andati in tilt. Un effetto domino sui numeri della pandemia, amplificato poi dalla delibera regionale che ha previsto l’uso dei test rapidi – fatti nelle farmacie - per la diagnosi di positività e anche del fine isolamento: fatto sta che sono nati così i ‘fantasmi’ del Covid, coloro che, pur guariti dalla malattia, sono ‘sconosciuti’ all’autorità sanitaria. Non sono mai stati tracciati, i loro referti post test rapido spesso non sono registrati e non compaiono nella piattaforma regionale.

E alla fine, dopo la guarigione, chi aggiornerà il loro green pass? E’ il caso raccontato da una lettrice, in cui tanti oggi si riconosceranno. "Può davvero l’ordinanza del presidente della Regione, numero 66 del 28 dicembre, che stabilisce la validità diagnostica dei tamponi rapidi fatti in farmacia per la ricerca di Sars-Cov2, fare di te ufficialmente un malato di Covid? Forse sì, forse no. Dipende", inizia così il racconto della professionista senese.

"Dipende – ecco la storia, con tanto di spiegazione -, perché i risultati dei tamponi vengono inseriti dalle farmacie nel Sistema TS (tessera sanitaria) gestito dal Ministero delle Finanze che, purtroppo, non ‘dialoga’ con il Sistema informativo sanitario della prevenzione collettiva (Sispc) della Regione Toscana, quello che fa vedere ai tracciatori della Asl e al tuo medico che sei positivo al tampone!".

Allora cosa fa il malato fantasma di Covid che ha fatto il test in farmacia per rivendicare il suo sacrosanto diritto ad esistere? "Telefona per capire in quale cul de sac si è infilato – prosegue la professionista fantasma senese, positiva con tutta la famiglia dal 29 dicembre scorso -. Prima in farmacia, dove dicono che loro inseriscono i dati nel sistema TS e che sì la Regione Toscana ha indicato di inserirli anche in un’app, ma questa non funziona e loro non possono fare nulla!".

Allora il fantasma prova in altro modo e chiama il SISPC regionale per capire se c’è una flebile speranza di tornare nel mondo dei malati in carne ed ossa. Così gli viene spiegato che le farmacie sono state ampiamente informate sull’utilizzo di questa app (Antigene si chiama e si scarica dal sito https:acasainsalute.ssr.toscana.itappindex.html) e che solo la farmacia che ha fatto il test ha il magico potere - inserendo i risultati - di riportarti ufficialmente nell’affollato mondo reale dei positivi al Covid.

Che dire? "Guai ad ammalarti di Covid", dice la lettrice: non tanto per i sintomi della malattia, quanto per il difficile ‘ritorno alla vita’. "Ogni parola in più sembra superflua – l’amara conclusione di una storia che non trova la fine -. Che fare? Scrivere e aspettare, nella speranza che il meccanismo funzioni? Che le farmacie registrino i test (a pagamento!) sull’app? E che finalmente il tuo medico ti dica che ora la vede, nel SISPC!? Solo da questo momento in poi, potrai finalmente dire ‘io c’ero!’ e da qui, con amaro sollievo, rientrare nel mondo del green pass sospeso, della terza dose rinviata, della notturna prenotazione di un tampone di fine isolamento!".