"Ho sbagliato ma il mossiere voleva annullarla"

L’esordio amaro di Mula nel Valdimontone. "La colpa è mia se non sono partito, ma dal verrocchio Bircolotti ha gridato ’no’"

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Antonio Francesco Mula ha realizzato "il sogno della vita, correre in piazza del Campo". Ma la dolcezza del debutto, per il fantino, ha lasciato il passo all’amarezza. L’amarezza di "non essersi potuto esprimere in tre giri", per se stesso e per la Contrada che gli ha dato fiducia.

Partiamo dalla mossa: cosa è successo?

"Mi prendo la responsabilità di non essere partito, neanche in ritardo. La colpa è mia, ma guardandolo, ho visto che il mossiere la stava annullando. Poi qualcosa nel meccanismo si è inceppato, il mortaretto non è scoppiato. Quando già ero di traverso gli gridavo ‘no’, anche lui gridava ‘no’… Il mossiere avrebbe potuto invitare l’addetto ad azionare il mortaretto. E possiede una bandiera... Ma non è accaduto".

Perché, nonostante foste solo in cinque dentro ai canapi, vi siete stretti alla staccionata? "Ognuno cercava di tenere il suo posto, per avere maggiore vantaggio. Un minuto prima tutti avevano il proprio spazio, poi c’è stato lo schiacciamento".

La caduta a San Martino?

"Il cavallo ha girato largo ed è scivolato, per fortuna non ci siamo fatti niente né io né lui. Se ho galoppato è per non dare fastidio agli altri, per non fare danni, visto che ero già fuori dai giochi".

Un problema di tufo, di barberi inesperti, di cosa?

"Durante le prove e il Palio qualche cavallo è scivolato. Se sia dipeso dal tufo non lo so, ma che siano stati scelti cavalli non adatti sì: servono soggetti che diano sicurezza, durante i tre giri e in determinati momenti, al di là che vadano più piano o meno".

Come sono stati i quattro giorni nel Valdimontone?

"Bellissimi, ho vissuto un’esperienza fantastica. Mi hanno trattato benissimo, mi hanno dato forza e carica. Mi dispiace non essermi espresso per quello che avrebbero meritato. Il Valdimontone è una Contrada favolosa, che mi ha dato una grande chance, cosa che di questi tempi non è così scontata. Avrei voluto lasciare il segno in un’altra maniera".

Un debutto dolceamaro, quindi?

"Più amaro che dolce. Le prove sono andate bene, ma la Corsa no, avrei voluto esordire con tre giri combattuti. Ero pronto, lucido. Ripeto, mi prendo le mie responsabilità, anche se storto, sarei dovuto partire, pure in ritardo. Ma mi sono fidato e sono rimasto fregato. Sulla mossa rimane comunque un punto interrogativo. Anche sulla rincorsa, se dovesse andare la Pantera o se dovessimo fermarci o cambiare busta".

Personalmente cosa si aspetta dal prossimo Palio?

"Che qualche Contrada possa darmi la possibilità di correre, perché possa esprimermi nei tre giri".

Il soprannome Shardana?

"Mi piace tantissimo, nel significato mi rispecchio in pieno. Mai arrendersi".

Angela Gorellini