"Ho chiuso la scuola per evitare più contagi"

Studenti dell’Avogadro a casa, parla la preside Vitale: "Scelta di sicurezza, fino a lunedì 19 si va avanti con la didattica a distanza"

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di Massimo Cherubini

ABBADIA SAN SALVATORE

"Una sospensione delle attività didattiche in presenza necessaria per evitare il diffondersi dei contagi". Così la dottoressa Maria Grazia Vitale, direttrice dell’omnicomprensivo di Abbadia San Salvatore, sintetizza le ragioni della chiusura dell’Itis Avogadro. Dieci giorni di stop alle lezioni in aula. Parte la didattica a distanza anche se, come dice la direttrice, "i tre studenti contagiati erano tutti della stessa sezione, in una stessa aula e si potrebbe pensare ad un rischio limitato. E’ vero che i contagiati il maggior parte del tempo trascorso a scuola lo hanno vissuto con lo stesso gruppo di compagni. E’ ovvio, però, che in alcuni momenti ci sono incontri con gli studenti di altre sezioni". Per consentire l’esecuzione degli accertamenti sanitari (cento i tamponi disposti per un gruppo di studenti, più dieci per gli insegnanti, di quella sezione), è stata decisa l’attivazione della didattica a distanza.

"Mi sono incontrata con i docenti – aggiunge la preside – quelli in quarantena (sono diciotto) collegati in video, per organizzare al meglio la didattica a distanza. In questo lasso di tempo verrà eseguita la sanificazione di tutti gli ambienti scolastici, per poter riprendere la didattica in aula da lunedì 19 ottobre". Da considerare che uno degli altri rischi di contagio è quello di ciò che accade prima e dopo l’ingresso a scuola, come l’utilizzo di mezzi pubblici. "Abbiamo molti studenti – dice ancora la direttrice – che raggiungono il nostro istituto da altri paesi. Non solo dell’Amiata ma anche della Valdichiana e di altre località. Questo è un potenziale pericolo di trasporto facile del virus in altre zone. Le decisioni assunte sono state prese – ripete Maria Grazia Vitale – per ridurre al minimo i rischi di contagio".

Ovviamente tra le prevenzioni adottate per l’ingresso a scuola anche lo scaglionamento dell’entrate e il rilevamento della febbre. Insomma le norme contenute nel protocollo Covid che, purtroppo, non sono bastate ad evitare che tre ragazzi positivi, sicuramente a loro insaputa, siano entrati in aula. L’Avogadro è un complesso scolastico assai vasto anche perché vanta ampi locali destinati ai diversi laboratori, oltre a quello destinato agli uffici (il personale Ata amministrativo tecnico e ausiliario) e ai servizi. In questi giorni di sospensione dell’attività didattica in presenza, l’edificio è semideserto. Un ambiente dove, in questi giorni, si pensa, soprattutto, ad eseguire una profonda santificazione. Il personale tecnico e amministrativo, gli stessi insegnanti che non sono stati posti in quarantena fiduciaria, possono entrare per lavorare nella scuola. Manca, però, la ’vita’, ovvero la presenza degli oltre trecento studenti iscritti.