"Hitchcock può attendere, il teatro non più"

Buttaroni avrebbe dovuto essere al Poliziano con ’39 scalini’: "La chiusura è una tragedia ma dobbiamo prepararci per la ripresa"

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MONTEPULCIANO

Alfred Hitchcock è un mito del cinema. Ciò che lo riguarda deve essere raccontato anche se, come la commedia ’39 scalini’, regia Leonardo Buttaroni, prevista il 13 gennaio al Poliziano, colpa del Covid, è stata rinviata.

Nel 1935, dal romanzo ’I trentanove scalini’di John Buchan realizzò il film. I commenti furono entusiastici. Ovvio, a parte i remake, portarlo a teatro. A trasformarlo in uno spettacolo di livello, Premio Cerami 2016 Miglior Spettacolo, Miglior attore non protagonista, Miglior Scenografia e Migliori Costumi, ci pensa Buttaroni. "I ’39 scalini’ - dice - riprende l’opera di Patrick Barlow del 2005, per un cast di quattro attori chiamati a recitare trentanove personaggi. Una corsa vertiginosa fino all’ultimo travestimento. Il personaggio perno è Richard Hannay, un uomo d’affari intrappolato in un giallo, mentre attorno agli altri tre interpreti ruota vorticosamente l’interpretazione di 38 personaggi, in un susseguirsi di gag, intrighi, colpi di scena".

Un punto di forza?

"La scenografia di Paolo Carbone: bauli, scale,i diventano treni, aerei, consentendo, con l’immaginazione di partire da una casa con un treno, raggiungere una brughiera, un albergo, tornare a teatro per il finale".

L’alternativa, lo streaming?

"Non renderebbe il suo valore all’opera. Occorrerebbe lavorare come ad un film. Abbiamo un trailer di presentazione: riprendere tutto lo spettacolo, riuscendo a portare il pubblico dentro lo spettacolo, sarebbe troppo impegnativo. Aspettiamo di ritornare a teatro perché solo lo spettacolo dal vivo assicura il pathos vero. C’è il rammarico con il lockdown di tante occasioni perse, per registi, attori, il pubblico. Speriamo, quando la situazione lo permetterà, di essere al Poliziano, con l’altra grande opportunità di incontrare Montepulciano: una terra bellissima e con tante occasioni".

Parlavamo di teatri chiusi.

"Una tragedia. Non sono stato fermo. Ho ideato una formula di ’Romeo e Giulietta’, rappresentata fino a dicembre nei cortili e corti dei quartieri romani Primavalle e Quarticciolo. Lo spettacolo, con il rispetto delle regole, è in ambienti particolari all’aperto e, quindi, con minori restrizioni. Potremmo replicarlo ovunque: a Montepulciano, Siena, altrove".

Sì, però, il settore si dispera.

"Il teatro è essenziale: non serve a niente e a tutto. È il movimentoo dell’anima, sveglia le coscienze. Non possiamo abbatterci: dobbiamo prepararci per la ripresa. Quando ci sarà, e speriamo prima possibile. deve trovarci pronti".

Antonella Leoncini