"Ha molestato mia figlia di 9 anni", la madre accusa il vicino

L'uomo ha 86 anni

Polizia (foto repertorio)

Polizia (foto repertorio)

Siena, 4 settembre 2019 - «Quando rientrò in casa teneva le mani dietro la schiena. Gli dissi di farmi vedere che cosa teneva. Erano le sue mutandine». Parole che hanno l’effetto di un pugno nello stomaco. Le prime che la donna, in un’aula deserta, le 9 passate da poco, pronuncia davanti ai giudice del collegio presieduto da Luciano Costantini. Quella bambina, 9 anni, è sua figlia. Molestata dal vicino di casa che adesso ha 86 anni. L’ultima persona, questo emerge dal suo racconto, da cui si sarebbe attesa quel comportamento terribile. E’ infatti accusato di violenza sessuale per la scabrosa vicenda avvenuta nell’estate 2017 in un paese della nostra provincia. L’anziano, difeso dall’avvocato Pellegrini, era stato arrestato dalla Mobile, quindi scattò il divieto di avvicinarsi alla piccola che fino al giugno scorso, dunque per due lunghi anni, ha effettuato un delicato percorso di sostegno psicologico.

La madre della bambina si è commossa ripetutamente durante la testimonianza. «Le chiese di seguirlo nel garage. La portò dove teneva i vini, in una stanzina. Si tirò giù i pantaloni, disse a mia figlia di fare lo stesso. Le chiese di toccarlo e viceversa». Dal suo volto traspare tutto il dolore nel dover ricostruire quanto le riferì la bambina. Cose capaci di spaccare il cuore ad un genitore. Non era andato oltre, l’anziano vicino di casa. La piccola che aveva preso per un braccio per cercare di farla entrare nel locale e chiudere la porta dietro le sue spalle, era scappata via. «Chiamai subito mia sorella e mio marito più i carabinieri che vennero. Dissero di portarla in ospedale per attivare il percorso del Codice rosa (un iter di accoglienza al pronto soccorso che tutela chi subisce violenza, ndr)», trova la forza di riferire la madre. Qui i medici le dissero che la figlia non aveva fortunatamente subito violenza. «Dopo l’accaduto continuava a salutare la bambina e lei mi chiedeva cosa doveva fare. Le conseguenze di questa situazione? (non riesce a parlare, si commuove, ndr). Era sempre allegra e gioviale. Solare. Dopo il fatto si è chiusa, non voleva più giocare con gli altri bambini se io non ero presente. Aveva paura, si vergognava», riesce a rispondere. Insospettabile, il vicino di casa. Che con la famiglia della piccola era sempre stato gentile offrendole anche i prodotti dell’orto. Una sorta di giano bifronte, dunque. Dopo la testimonianza della madre – i genitori sono assistiti dall’avvocato Maurizio Forzoni – sul banco dei testimoni il consulente, un poliziotto, la zia e il nonno materno. Il processo è stato poi rinviato.

Laura Valdesi