Isotta è probabilmente, adopero l’avverbio per convinta pura formalità, l’unica vera promessa "nazionale" del panorama senese. Basta ascoltare un suo brano per comprendere l’approccio stilistico, il contenuto musicale e poetico che vuole attenzione nel mondo caotico, difficile e disorientante dell’industria della musica.
Si legge nella sua biografia: "Inizia a cantare e a prendere lezioni di canto da giovanissima, quando aveva cinque anni. Influenzata fin dalla tenera età dai più grandi cantautori italiani e stranieri, comincia a scrivere le sue canzoni appena adolescente, per arrivare nel giro di poco tempo a esibirsi dal vivo con svariate formazioni musicali".
Si legge nella canzone ’Palla avvelenata’: "La lotta contro la bilancia e una sofferenza duratura". La canzone scritta con Pietro Stefanini e Giuseppe Polistina, riporta alla memoria della giovane autrice il ricordo di una sofferenza personale legata al bullismo, di ciò che ha portato Isotta, così come porta tante altre persone, a una continua guerra contro se stessa e contro la bilancia. È il ricordo di una sofferenza durata anni e che ha giocoforza lasciato cicatrici profonde.
Ma ’Palla avvelenata’ è anche un invito ad aprire il cuore, con leggerezza, alle difficoltà; a guardare con un filo di distacco, per quanto possibile, i nostri piccoli-grandi drammi personali.
Ma.Bi.