"Un conto è criticare il green pass per le sue discriminazioni e aporie, un conto è contestarlo da posizioni che vanno verso quelle no vax": twitta così il professor Tomaso Montanari, prossimo rettore dell’Università per Stranieri di Siena.
Il messaggio va a criticare l’appello contro l’obbligo del green pass in ambito universitario firmato da oltre 200 docenti degli atenei italiani. Fra i firmatari ci sono nove dipendenti degli atenei senesi, 6 dell’Università degli Studi e 3 della Stranieri.
"Possono contestare la legge che deve comunque essere applicata. Aderire a un appello è una manifestazione di pensiero e dunque è legittimo, poi però la legge va rispettata – dice Pietro Cataldi, attuale rettore dell’Università per Stranieri -. Chiaro che se vogliono entrare e fare lezione da noi devono avere il green pass, altrimenti restano fuori. Sono comunque fiducioso, credo che non ci saranno problemi".
All’Università degli Studi intanto sono partite le procedure di controllo, in vista della ripresa delle lezioni in presenza , che in ambito accademico prevedono l’obbligo del certificato verde per tutto il personale e anche per gli studenti: "I controlli sul personale sono già iniziati e saranno fatti tutti i giorni dai responsabili di uffici e capi di Dipartimento – conferma il rettore Francesco Frati -; sugli studenti saranno fatti a campione invece e abbiamo dato la possibilità ai docenti di richiedere il green pass in sede di esame. L’appello dei docenti contro la certificazione? Hanno solo espresso la loro opinione, importante è che vengano in ateneo con il green pass. Coscienti che in caso si entri senza il certificato si è passibili di sanzioni, avendo violato una legge dello Stato.
Al di là di queste posizioni di principio, ma non di sostanza, credo che la maggior parte del personale universitario sia già in regola con la vaccinazione e lo sia già da prima della norma governativa".