"Grano, servono accordi di filiera per stabilire prezzi, costi e quantità"

Il direttore Solfanelli parla della crisi in atto: "Siamo molto preoccupati per il settore agricolo"

"Un chilo di grano viene pagato oggi agli agricoltori intorno ai 36 centesimi e serve per produrre un chilo di pane, che viene venduto ai consumatori a prezzi che variano dai 3 ai 5 euro a seconda delle città", dice Simone Solfanelli, direttore Coldiretti Siena. In sostanza, "il costo della materia prima, il grano, incide meno del 10 per cento sul prezzo finale del prodotto, il pane appunto. Dunque la materia prima non incide così tanto sui rincari attuali, che di conseguenza non sono attribuibili all’agricoltura. Evidentemente siamo di fronte a qualche speculazione, che si riversa oggi sull’azienda agricola e alla fine sulla famiglia che acquista il bene di consumo". E ancora: "Certo anche i panifici, come tutte le imprese, sono vittime dei rincari generali, a partire da quelli record del settore energetico. Noi siamo molto preoccupati per il settore agricolo, che, a differenza di un panificio, non può ’superare’ o far ricadere alcune voci di costo sul bene di consumo, sul mercato insomma: l’agricoltore sconta il caro carburante, il caro mangini e concimi, che provengono in buona parte dall’Ucraina e dall’area russa e non può difendersi in alcun modo".

Perché il grano oggi, come dice il direttore Coldiretti, viene pagato 36 centesimi al chilo, ed è poco più dell’anno scorso: "Abbiamo bisogno di accordi di filiera – conclude Solfanelli –, ovvero contratti che definiscono, stabiliscono prezzi, costi e quantità. Occorre ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali".

p.t.