Giovanni Ciacci si racconta: "La Contessa mito della libertà"

E' uscito il suo romanzo

Giovanni Ciacci

Giovanni Ciacci

Siena, 10 novembre 2018 - «Giò Stajano è stato un personaggio straordinario, impegnato per la libertà, ha rivoluzionato i costumi sessuali» rivendica Giovanni Ciacci. Tanto convinto lo stilista di ‘Detto Fatto’, partito da Siena e Murlo e diventato un personaggio dello starsystem, da dedicare al primo gay dichiarato negli anni sessanta del nostro Paese e una delle prime conosciute transessuali, il suo romanzo ‘La Contessa. La scandalosa vita di Giò Stajano’, Salani Editore.

Perché Giò Stajano? «Scrittrice, giornalista, artista: un personaggio di cultura a 360°,che ha battuto i tempi».  

Oggi ciò che ha fatto Stajano può stupire ma non stravolge. «Tanti aspetti, che noi consideriamo scontati, li dobbiamo anche alle sue battaglie. Vedere due donne o due uomini abbracciarsi, lascia indifferenti ma prima riguardava la limitazione della libertà. Le nuove generazioni devono molto a ciò che ha seminato Stajano a cui ho dedicato il mio primo romanzo che racconta otto decenni del ’900».  

Realtà o fiction? «Ho letto gli scritti di Willy Vaira, biografo di Stajano, ma ho mescolato. Tante cose sono di Stajano, l’80 per cento, le altre di Ciacci. Non ho separato le due esistenze, le ho unite in un romanzo visionario che restituisce la giusta immagine al protagonista».

 

A Ballando con le stelle ha danzato con un uomo; è felice con il suo compagno. Cosa la accomuna a Stajano? «Molto, a parte essere gay che oggi non fa notizia. Veniamo dalla provincia, Stajano dal Salento, io da Siena; siamo arrivati a Roma: lui negli anni della bella vita, io quando tutto era più facile».  

Quindi in questo libro c’è anche Siena? «Tutto il mondo è paese. Ero piccolo ma mi ricordo che qualcuno, che i senesi consideravano diverso, non aveva vita facile: offese, pedinamenti. Le persone possono essere cattive quando fanno gruppo contro un singolo. E’ un’offesa alla libertà e alla dignità».  

Allora era un bambino. «Certe cose non si dimenticano. Siena è l’Italia, dove oggi non esistono più le caserme. Capisce a cosa mi riferisco? I grandi punti di raccolta. A Siena c’era il cinema a luci rosse dove chi entrava non voleva farsi vedere. I giornaletti porno si compravano di nascosto, adesso c’è Internet».  

Niente più trasgressione? «Non è solo sesso. Il riconoscimento di certi diritti ha superato il buio che copriva certi atti ritenuti tabù».   

Cinque libri: il romanzo e quattro storie sulla bellezza. Il prossimo? «Le fiabe per bambini: ‘Le favole della libertà’».