Giani sulle barricate, oggi parla De Mossi

Il governatore della Toscana contesta anche l’esito degli stress test. L’assessore Tirelli: "Siena è preoccupata per le ricadute sull’indotto"

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In molti aspettano il suo intervento, anche per tastare il polso della città alle prese con il dossier agostano della trattativa sul Monte dei Paschi. Bersagliato dalle telefonate dei giornalisti, con gli uffici a fare da barriera sonora, il sindaco di Siena Luigi De Mossi ha convocato per oggi, alle 12,30 a Palazzo Pubblico, una conferenza stampa per fare il punto sulle vicende della banca e sull’ipotesi di cessione delle attività a UniCredit. La nota del Comune ricorda che "a dicembre 2020 risale l’ultimo incontro tra il Ministero dell’Economia, il Comune di Siena e gli enti locali, mentre pochi giorni dopo, a gennaio scorso, il consiglio comunale approvò un documento che dava mandato a De Mossi di intraprendere tutte le azioni necessarie per supportare la Fondazione Mps in via giudiziale nei confronti di tutti i soggetti responsabili richiedendo un adeguato indennizzo, oltre che a relazionarsi col Governo perché venissero rispettati gli interessi del territorio". A quell’incontro, però, il ministro dell’Economia era Gualtieri e a parlare con gli enti locali fu un dirigente che non è più negli uffici del dicastero.

C’era anche il presidente della Regione Eugenio Giani a quell’incontro a Roma. Ed è lui, finora, il più loquace sul tema Mps-UniCredit. Ed è rimasto il più strenuo difensore del fantomatico piano ’stand alone’, un documento quasi mitizzato e triturato dalla pagella degli stress test sul Monte dei Paschi. "In Italia, dagli Appennini in giù, non abbiamo una grande banca. Il fatto che ci sia una grande banca con tanti sportelli sul territorio che può essere ridotta a una dimensione più del Centro Italia, ma non oltre. Il Monte dei Paschi - insiste il presidente Giani - può significare questo, soprattutto in un momento in cui le banche rivelano quanto sia importante la prossimità. Mi si dice che gli stress test stanno dimostrando negatività. Per forza: essi tengono conto dei crediti di sofferenza, del patrimonio netto, che è il frutto di quello che accadeva nella gestione una decina di anni fa, oggi superato e razionalizzato". Un azzardo temporale esagerato, ma in questo momento in politica vale tutto, come nel wrestling.

"Il Comune di Siena vive la situazione di Mps con grandissima preoccupazione, soprattutto per quanto riguarda le ricadute che si potranno generare, qualsiasi scelta possa essere fatta, sulla città e sulla provincia di Siena. Non tanto per quello che è legato direttamente al Monte dei Paschi, ma anche e soprattutto per l’indotto". E’ l’assessore al turismo di Siena, Alberto Tirelli a dare un flash di Palazzo Pubblico sul caso Mps.

I più agguerriti restano i partiti di centrodestra. Il capogruppo di FdI in Regione, Francesco Torselli, afferma: "La svendita del Monte a Unicredit è un affronto a tutti i toscani e dimostra quanto la politica possa essere dannosa se agisce per tornaconto personale con oscure manovre di palazzo. Prima il Pci, poi i Ds e infine il Pd hanno portato il Monte sull’orlo del baratro. Se il governatore Giani vuole fare gli interessi dei toscani, inizi dicendo che il suo partito è responsabile del crac del Monte".

Claudio Marignani di Sena Civitas chiude con parole sensate: "La trattativa in corso, se di trattativa si può parlare visto che Unicredit vorrebbe acquisire solo la parte più redditizia di MPS, vede i leader nazionali dei tre maggiori partiti dissentire fermamente. Sia il PD, sia la Lega, sia i 5Stelle sono nel Governo, se saranno conseguenti alle loro affermazioni, nei 40 giorni di trattativa molte cose dovrebbero cambiare e Siena dovrebbe essere mantenuta come cuore del futuro MPS. Se così non fosse basterebbe che uno dei partiti non votasse a favore e tutto rientrerebbe in gioco".