Giani sbatte il Monte sul tavolo del Governo

Il presidente della Regione: "La Toscana vive nel mezzo di una crisi, la trattativa con UniCredit deve coinvolgere istituzioni e sindacati"

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Dopo 24 ore di riflessione il presidente della Regione Eugenio Giani rompe gli indugi e lancia una bordata sulla trattativa tra UniCredit e Ministero dell’Economia per il Monte dei Paschi. "Vedere il Monte inghiottito da Unicredit con una trattativa che salta il territorio e non considera il patrimonio di un istituto, capillarmente radicato nel Centro Italia, presente nell’intero Paese, non è accettabile. Si impone un tavolo di confronto con coinvolga le forze sociali, i sindacati dei lavoratori, la Regione, il Comune e la Provincia di Siena". Toni molto più duri di quelli usati dal segretario nazionale del Pd, e candidato al collegio senese, Enrico Letta, e dai vertici regionali del partito.

"il Monte è una banca che ha un forte valore sociale, oltre che economico - ribadisce Giani - che sta nel rapporto secolare con il territorio di Siena e della Toscana. La proposta di Unicredit al Tesoro per la sua acquisizione e incorporazione non può essere solo oggetto di valutazioni di mercato economico-finanziario. Come il Parlamento, anche la Regione e gli enti locali coinvolti devono essere messi, con tempestività, a conoscenza degli elementi concreti di una proposta che potrebbe portare alla perdita di migliaia di posti di lavoro, di un know-how di eccellenza e di un marchio storico unico. Tutto questo in una realtà, come Siena, che è già stata duramente provata da quanto avvenuto nel corso degli anni, con operazioni etero-dirette, l’ultima delle quali fu quella, malaugurata, dell’acquisto di Antonveneta".

Giani non ha paura di parlare degli errori del passato, anche se sposta le colpe di Antonveneta lontano da Siena, parlando di operazioni ’etero-dirette’.

"Al netto dei dati strutturali, che rivelano problematicità sul piano del patrimonio netto e delle sofferenze sui crediti, Banca Mps – prosegue il presidente della Regione - ha registrato con la sua attività dell’ultimo periodo, positivi risultati economici, accertati dal bilancio trimestrale e che quasi sicuramente saranno confermati dall’imminente semestrale, a dimostrazione che il corpo della banca è sano e dotato di professionalità serie e competenze. Le condizioni di operatività della banca, lo dice il suo consiglio d’amministrazione, possono portare ad un attivo già nel 2023 e forse fin dal 2022. Tutto questo impone al Tesoro un’attenta valutazione rispetto all’ipotesi di una frettolosa cessione a Unicredit. E come non valutare che fin dai prossimi mesi – dice ancora Giani – la Banca potrebbe confermare il buon andamento delle sue attività ordinarie, con una situazione quindi anche più spendibile in una trattativa con l’obiettivo di definire eventuali accorpamenti con altri Istituti di credito ed in quadro tale da offrire garanzie concrete di salvaguardia dei posti di lavoro, di tutela e valorizzazione del marchio, di mantenimento di livelli decisionali importanti a Siena".

La Toscana non può permettersi un’altra macelleria di posti di lavoro, dopo i 422 licenziamenti della Gkn e il dossier acciaierie di Piombino. "Voglio fare presente una cosa al Governo – insiste Giani-: la Toscana non vive con preoccupazione solo la vicenda Mps. Siamo nel mezzo di una crisi che ha assunto, anch’essa, un rilievo nazionale per le modalità con cui si è manifestata. Una scarsa attenzione difficile da accettare quando, in altre parti del Paese, lo Stato sostiene fortemente prospettive di sviluppo che sono contrastate dalle comunità locali. La questione Toscana – conclude Giani - vale nel suo complesso un tavolo nazionale con il Governo e mi attiverò perché questo avvenga nei tempi più rapidi".

P.D.B.