Fronteggiamenti Nicchio-Valdimontone Arrivano gli ’avvisi’ per rissa e resistenza

La procura contesta a 12 indagati entrambi i reati. Coinvolti nell’inchiesta bis 17 contradaioli, 11 dei Pispini e 6 dei Servi Il 2 luglio 2018, a Carriera corsa, avrebbero spintonato nove agenti della Municipale, fra cui l’ex comandante, e un carabiniere

di Laura Valdesi

SIENA

Doccia fredda per il mondo delle Contrade: l’inchiesta bis sui fronteggiamenti Nicchio-Valdimontone del 2 luglio 2018 è finita. E stanno arrivando i primi avvisi di conclusione delle indagini firmati dal pm Sara Faina, che già sostiene l’accusa nel processo giunto alle ultime battute sui fatti dell’agosto 2015, e dal procuratore Salvatore Vitello. Alcuni sono già stati notificati dai carabinieri della compagnia di Siena e dalla Squadra mobile che hanno condotto congiuntamente l’inchiesta. I primi si sono occupati di svolgere gli accertamenti sui montonaioli mentre la questura si è interessata dei nicchiaioli. Le accuse che a vario titolo vengono mosse nei confronti dei contradaioli sono quello di rissa per i fronteggiamenti avvenuti a Carriera corsa proprio all’altezza delle finestre di Palazzo Sansedoni dove il procuratore aveva appena assistito a Provenzano. Oltre a tale reato, già contestato nel processo per i fatti del 2015, c’è quello di resistenza aggravata a pubblico ufficiale. In quanto, sembra di capire, avrebbero spintonato agenti della polizia municipale e anche un carabiniere per proseguire il fronteggiamento che la procura qualifica appunto come rissa. Il Palio dunque continua a tenere banco in tribunale anche se per questo episodio l’altra giustizia, quella paliesca, non aveva ravvisato motivi di sanzione. "L’azione del fronteggiamento fra rivali riveste nel Palio una connotazione propria della secolare tradizione dell’intera città e, in parte, deve risultare intrinseca al tessuto sociale dell’ambiente paliesco, come lo sono tutte le fasi che lo compongono e lo rendono unico", scriveva l’assessore delegato Alberto Tirelli quando nel 2018 vennero rese note le proposte di punizione dove, appunto, il fronteggiamento Nicchio-Valdimontone non era contemplato. Di più: "Non ha causato alcun problema di ordine pubblico". Anche se nelle ordinanze del 6 agosto di quell’anno si ribadiva che occorre rispetto per figure basilari come forze dell’ordine, vigili urbani, dirigenti di Contrada, figuranti delle Consorelle, sindaco e tutti coloro che collaborano, da Regolamento, alla riuscita della Festa.

Diciassette i contradaioli inizialmente indagati e convocati nel novembre 2019 dal pm Faina, 11 del Nicchio e 6 del Valdimontone. Nessuno di loro è uscito dall’inchiesta ( ci sarebbero video girati anche sui social oltre che dalle forze dell’ordine) su cui dunque si chiude il cerchio dopo quasi tre anni. Si tratta di nomi anche molto conosciuti in città per la propria attività, di età compresa fra i 26 e i 60 anni. Di più: per tre di loro, due dei Pispini e uno dei Servi, ci sarebbe anche la recidiva specifica. Cinque degli indagati vengono chiamati in causa solo per rissa, mentre gli altri 12 (7 del Nicchio e 5 del Valdimontone) come detto anche per resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Quel giorno, infatti, secondo la procura avrebbero a vario titolo spintonato, per continuare a fronteggiarsi, 9 agenti della Municipale (fra cui anche l’ex comandante Cesare Rinaldi) ed un carabiniere della 6° Brigata Toscana. Un passaggio delicato, quest’ultimo, in quanto per convenzione quando arrivano i ’cappelli bianchi’, ossia i vigili, bisogna fermarsi. Sarà certo il cuore della vicenda giudiziaria. Ora gli avvocati – per i nicchiaioli Luigi De Mossi, per i montonaioli Fabio e Giulio Pisillo e Daniela Marrelli – avranno l’opportunità di vedere gli atti. Ed entro 20 giorni dalla notifica dell’avviso di conclusione indagine possono depositate memorie e documenti, chiedere di farsi interrogare.

La vicenda rinnova, specie in una fase triste come l’attuale in cui non si corre il Palio, il timore di una Festa sempre più ingabbiata e snaturata. L’ex ministro dell’Interno che assistette a quel Palio twittò: "Ci sono stati alcuni litigi ma è il bello dell’Italia perché c’è competizione, ci sono i localismi".