Forse non sarà domani ma un bel giorno cambierà

Pino

Di Blasio

Un giorno piangeremo lacrime amare per una generazione di anziani uccisa dal Covid, per i tanti morti senza nome e senza volto, diventati numeri da bollettino. Mentre sono memorie che si perdono, storie che si spezzano, genitori e nonni che muoiono, privati anche delle ultime carezze e baci di figli e nipoti.

Un giorno ci indigneremo per i guadagni astronomici dei banchieri, per i silenzi troppo lunghi e per la apparente, nella migliore delle ipotesi, impotenza del Governo a trovare una ’soluzione strutturale’ per garantire un futuro al Monte dei Paschi, la banca più antica del mondo, e di importanza vitale per questa parte del pianeta.

Un giorno ci arrabbieremo per aver sprecato troppo tempo a realizzare una fabbrica di vaccini, anticorpi e qualunque farmaco che sconfigga virus e resistenze agli antibiotici, quando nel 2015 ce l’avevamo già e abbiamo dovuto venderla agli australiani per la rigidità dell’Europa e l’ignavia dell’Italia.

Un giorno gioiremo per aver vinto o corso il Palio, per aver rivisto turisti e gite scolastiche nelle nostre città d’arte. Un giorno ce la prenderemo con chi è davanti a noi al semaforo e non parte subito al verde, o con la fila di auto alla rotonda, mentre noi siamo in ritardo ad accompagnare i figli a scuola, che rischiano una nota se entrano cinque minuti dopo.

Un giorno torneremo al ristorante e in pizzeria, stizziti per aver dovuto aspettare mezz’ora che si liberasse un tavolo perché quel gruppo di amici ha voluto prendere anche l’ammazzacaffè dopo aver pagato il conto.

Quel giorno non è oggi e forse non sarà domani. Ma, come canta Tenco, un bel giorno cambierà.