Finte badanti e business migranti Imprenditore interrogato per oltre 2 ore in carcere

Faccia a faccia con il pm De Flammineis e i finanzieri ieri a Santo Spirito. Intanto il giudice autorizza il braccio destro dell’arrestato a recarsi a lavoro.

di Laura Valdesi

SIENA

L’imprenditore di Chianciano finito in carcere a Santo Spirito perché scoperto dai finanzieri a lavorare nonostante fosse agli arresti domiciliari ha avuto un nuovo faccia a faccia con il pm Siro De Flammineis. Il magistrato coordina l’inchiesta ’Ghost jobs’, sull’hub dell’immigrazione clandestina in Valdichiana con contatti stretti con la Tunisia, che vede A.S., 44 anni, ritenuto presunto capo di un’associazione che sarebbe stata artefice appunto dell’hub. L’imprenditore, tornato in cella il 18 marzo scorso, ha chiesto attraverso il suo avvocato Alessandro Betti di essere ascoltato dal magistrato. L’interrogatorio si è svolto ieri in carcere, presenti i finanzieri della Tenenza di Montepulciano che hanno indagato sul giro delle finte badanti (almeno 58 però svolgevano effettivamente l’attività sebbene la società non possedesse l’autorizzazione per l’intermediazione di manodopera) e del pm De Flammineis. Sono rimasti in carcere per oltre due ore ma sul contenuto dell’interrogatorio è massimo il riserbo. Sono ancora in corso gli accertamenti della procura che ha già chiesto ed ottenuto la proroga delle indagini dal gip Jacopo Rocchi. Come noto, le quote di ’Assistenza Valdichiana’ erano state sequestrate perché i reati fine della presunta associazione a delinquere sarebbero stati commessi attraverso la società di cui l’imprenditore era amministratore unico e proprietario al 100%.

Mentre l’infermiera, ex compagna dell’imprenditore, era tornata libera quasi subito dopo l’interrogatorio di garanzia ottenendo il permesso di svolgere l’attività (anche se attualmente lo fa presso un diverso datore di lavoro), il 50enne di Colle, considerato dai finanzieri il braccio destro del 44enne, ha trovato una nuova occupazione. Così ha chiesto ed ottenuto attraverso l’avvocato Ilaria Marini l’obbligo di dimora ma soprattutto la possibilità di recarsi a lavoro in un comune vicino.

La società ’Assistenza Valdichiana’, su cui aveva posto l’attenzione la Finanza, forniva colf e badanti alle famiglie con propri cari in difficoltà. In realtà, secondo gli investigatori, l’organizzazione favoriva la permanenza in Italia degli extracomunitari che non avevano il permesso per poter restare legalmente nel nostro Paese. E che dunque non effettuavano alcuna prestazione per la società.