"Fateci riaprire bar, ristoranti, cinema e teatri"

Il sindaco De Mossi scrive ai tre presidenti Mattarella, Conte e Giani. "I locali chiudano alle 22, tornino gli spettacoli e i concerti"

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Una lettera indirizzata ai presidenti della Repubblica Sergio Mattarella, del Consiglio Giuseppe Conte, della Regione Eugenio Giani. Il sindaco Luigi De Mossi ha messo nero su bianco le richieste e le preoccupazioni per i settori toccati più da vicino dalle restrizioni dell’ultimo Dpcm: i bar e ristoranti, le attività legate a cultura e spettacoli. In sintesi, De Mossi chiede la proroga degli orari di apertura delle attività commerciali e la possibilità di riaprire teatri e cinema.

Di fatto un’aperta critica degli ultimi provvedimenti e del resto il sindaco era stato durissimo già dopo il primo provvedimento di metà mese, quello che chiamava in causa le responsabilità dei sindaci per la chiusura di piazze e strade (passaggio poi corretto). Un decreto, disse il sindaco, che "aggiunge confusione alla confusione. Il Governo si assuma la responsabilità di dettare la regola; se non è possibile, se ne vada a casa". Ora i toni sono ovviamente diversi, ma la sostanza non cambia molto, considerata la richiesta di una drastica modifica delle scelte dettate appena domenica dal premier.

"Le richieste che le avanzo, per non farle perdere tempo, sono la possibilità di tenere aperti ristoranti e bar fino alle ore 22 – scrive De Mossi nella lettera indirizzata a Mattarella, Conte, Giani –. Richiesta che lei ha già sul tavolo avanzata dalle categorie economiche". Un provvedimento da legare a verifiche puntuali: "Se crede, potremmo legare questa possibilità – aggiunge De Mossi – a un obbligo di controllo, con sanzioni e chiusura immediata per i commercianti che non rispettano le norme e magari valutare anche la possibilità che degli steward verifichino la mancanza di assembramento davanti ai locali".

C’è poi l’aspetto scottante che tocca il mondo della cultura. "Si chiede inoltre la possibilità di poter effettuare spettacoli, concerti e riaprire le sale cinema – scrive ancora il sindaco – stante il fatto che i teatri ed i cinema hanno dovuto approntare presidi sanitari molto costosi e oggi si trovano nella impossibilità di lavorare".

Valutazione cui si aggiunge una considerazione: "Voglio sottolineare il fatto che la cultura e anche il pensiero libero che certamente si esprime tramite il teatro, il cinema e la musica sono aspetti assolutamente importanti e predominanti in una società in cui, in caso di chiusura, prevarrebbe soltanto il grande fratello televisivo, confuso e allo stesso tempo dittatoriale che fa prevalere il pensiero unico a discapito della varietà di linguaggi, idee e sentimenti".

Parole che raccolgono e sposano anche le proteste arrivate dai settori coinvolti dai nuovi provvedimenti. Nei giorni scorsi anche il vicesindaco Corsi e l’assessore Tirelli avevano criticamente gli orari di chiusura anticipata, annunciando alcuni provvedimenti (dall’apertura della ztl per le consegne alla proroga della concessione del suolo pubblico). Ora il sindaco De Mossi si rivolge a tutta la filiera istituzionale per chiedere modifiche sostanziali all’ultimo decreto.

o.p.