di Laura Valdesi
SIENA
Dalla truffa aggravata al danno nei confronti dello Stato, fino alla rivelazione del segreto di ufficio. Questo il quadro all’interno del quale si muove il processo che vede imputati tre agenti del carcere di Ranza: la sentenza dovrebbe arrivare a febbraio. E a pronunciarla non sarà il collegio Costantini perché quest’ultimo s’insedierà come presidente al tribunale di Livorno. In aula il suo posto sarà preso dal collega di Siena Roberto Carrelli Palombi. Verranno ascoltati alcuni testimoni (ad altri i difensori hanno rinunciato), quindi le conclusioni. A sostenere l’accusa è il pm Valentina Magnini che già segue il filone delle presunte torture nel carcere di San Gimignano.
Tutto era nato da alcune intercettazioni, che sono poi state escluse. La truffa si viene a configurare, secondo la procura, in quanto uno degli agenti avrebbe indotto il medico (che non è comunque imputato) a produrre un certificato falso di malattia senza visitarlo. Di più. Fra le accuse, a vario titolo, quella contestata ad un suo collega di rivelazione del segreto d’ufficio in merito all’invio della visita fiscale. Un terzo infine avrebbe annotato nel registro delle assenze la condizione di malattia che non sarebbe stata appunto reale.
L’avvocato Manfredi Biotti, che difende uno degli operatori della polizia penitenziaria tra l’altro chiamato in causa anche per le presunte torture a Ranza, ha prodotto ieri pomeriggio in udienza il certificato del dottore che attesta la visita. Tra l’altro in esso sarebbe stato chiesto al paziente un ulteriore approfondimento. Cosa che a dire della difesa farebbe cadere il castello accusatorio. E’ stato ascoltato un testimone dell’Inps che si occupa della gestione delle visite fiscali il quale ha confermato che quest’ultima venne in realtà disposta.
Il pubblico ministero Magnini ha poi chiesto di cambiare il capo di imputazione nei confronti di uno degli agenti passando dalla falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità al reato, più grave, di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Ulteriori piccole correzioni hanno poi riguardato le accuse nei confronti degli altri due imputati. Quindi è stato deciso il rinvio per sentire anche il medico, prima della discussione e della sentenza che verrà emessa dal presidente del tribunale Carrelli Palombi.