Estremismo di destra, i Chesi dal giudice

Per gli altri indagati il gip dispone l’archiviazione. "Qualcuno chiederà il risarcimento per le offese sui social", dice l’avvocato Mottillo

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di Laura Valdesi

SIENA

Estremismo di destra, è stata fissata a Firenze l’udienza preliminare per Andrea Chesi e il figlio Yuri a conclusione delle indagini della Digos fiorentina, coordinate dal pm Leopoldo De Gregorio su un presunto gruppo attivo nella nostra provincia. Conversazioni ad alto tasso xenofobo, addirittura si paventava di far saltare in aria la moschea di Colle. L’udienza si svolgerà a maggio davanti al gup Agnese Di Girolamo. Ancora presto per capire quali mosse faranno padre e figlio, accusati di detenzione di armi e materiale esplosivo in concorso. Al solo Andrea Chesi viene contestata anche l’aggravante della finalità del terrorismo dell’eversione. Archiviata la posizione della moglie Sabrina Vannini.

Ma c’è di più. Perché in realtà sono usciti dalla vicenda anche tutti gli altri indagati che avevano ricevuto la perquisizione spettacolare della Digos nel novembre 2019. La decisione del gip Federico Zampaoli è arrivata pochi giorni fa per sette. Lo stesso pm aveva del resto accennato alla "non idoneità degli elementi in atti per sostenere proficuamente l’azione penale". Fermo restando che per due valdelsani, difesi rispettivamente dagli avvocati Josef Mottillo e Gabrio Bagnoli, il reato era stato riqualificato. In un caso c’era l’illecita detenzione di munizioni (cartucce che erano appartenute al suocero) e nell’altro l’alterazione di due fucili da caccia detenuto però legalmente. "Chiaro che l’indagine era dovuta, la Digos non poteva minimizzare, le verifiche devono essere svolte – sottolinea l’avvocato Bagnoli – ma il pranzo, non una cena, a cui fanno riferimento gli investigatori era stato condito di frasi che altro non erano che esternazioni tipiche del pensiero di destra, senza che si prospettasse alcun reato. Ecco, si era trattato di un pranzo di destra". Ma le ripercussioni a livello personale ci sono state per gli indagati. Tanto che qualcuno, annuncia l’avvocato Mottillo, "sta valutando azioni risarcitorie per le diffamazioni ricevute sui social network".

"Sono assolutamente soddisfatto dell’avvenuta archiviazione di tutte le imputazioni mosse nei confronti del mio assistito. Resta il dispiacere che, a causa di accuse che si sono rivelate infondate, il mio cliente sia stato allontanato dal servizio per più di un anno, abbia perso importanti occasioni di carriera e soprattutto – spiega il legale – sia stato additato al pubblico ludibrio da parte del sindaco del Comune dove risiede. A conferma della scarsa attenzione che molte persone, anche chiamate a incarichi pubblici, dedicano alla presunzione di non colpevolezza affermata nella nostra Carta Costituzionale".