Eroica, la corsa che vincono tutti

L’inventore Giancarlo Brocci: "Tuffo in altre epoche. I valori genuini del ciclismo vintage e della terra"

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di Marco Brogi

Emozioni in bicicletta. In quel film neorealista che è L’Eroica non ci sono tempi morti. A due giorni dall’appuntamento con la fatica di quei 209 chilometri di salite e polvere, va in scena il ricco calendario di eventi che ruotano intorno alla magica cicloturistica sulle strade bianche che parte e torna a Gaiole in Chianti, dopo avere attraversato le Crete senesi, le colline del Brunello e tanti altri luoghi simbolo della terra di Siena.

"A Casa Eroica, nelle ex cantine Ricasoli, abbiamo inaugurato la mostra del restauro della storica maglia gialla del trionfo di Bartali al Tour del ‘48 - racconta Giancarlo Brocci, l’inventore dell’Eroica -. Erano giorni dell’attentato a Togliatti e quella vittoria che ancora fa incazzare i francesi, parafrasando Paolo Conte, ricompattò emotivamente l’Italia, a un passo dalla guerra civile. Un restauro a cura di Opera Laboratori, che ha restituito all’antico splendore i capolavori di Giotto agli Uffizi. Quella maglia ha scritto la storia. Un momento molto intenso".

Emozione e intensità sono parole ricorrenti nel popolo degli eroici, un popolo di romantici che porta in canna un passato che ancora manda lampi. "Viviamo un’epoca senza poesia e chi trasmette poesia fa boom. Mancano i valori e L’Eroica è portatrice di valori autentici, genuini. Per una settimana siamo in un’altra epoca: dal ciclismo vintage ai piatti serviti su tovaglie rigorosamente a quadri, qui tutto parla un’altra lingua. La lingua dell’autenticità". Frasi, quelle di Brocci, in cui c’è il segreto dell’enorme successo dell’Eroica, la corsa su un tracciato baciato dalla bellezza: paesaggi da quadro d’autore, castelli, pievi, casolari. Arrivare al traguardo de L’Eroica dopo essere partiti all’alba vuol dire avere messo in minoranza la pigrizia, l’abitudine alle comodità, è una vittoria sulla tentazione di mollare. L’Eroica è una sfida con se stessi. Non c’è competizione e anche stavolta per gli oltre 9mila partecipanti ci sarà un solo avversario: la fatica, che poi è un modo per guardarsi dentro. Se tra i ciclisti al via ci fosse un poeta, potrebbe scrivere una cosa tipo questa: farò fatica e mi alzerò prima per arrivare in tempo al mio fondo e alla mia cima.