"Emorragia in atto: quattro ore per il tampone"

Il prefetto Galante racconta la brutta esperienza con la moglie alle Scotte: "Mancavano i reagenti che danno la risposta in 60 minuti"

"Non c’era al pronto soccorso il reagente per i test che consentono la risposta entro un’ora in merito all’eventuale contagio da Covid. Così, nonostante mia moglie avesse il problema di un’emorragia in atto che richiedeva un intervento di particolare urgenza, abbiamo dovuto attendere ben quattro ore l’esito del tampone normale. In questo momento (venerdì sera, ndr) la stanno sottoponendo all’operazione per eliminare l’emorragia". Racconta la spiacevole esperienza al policlinico Santa Maria alle Scotte l’ex questore di Siena Pierfrancesco Galante, prefetto della Repubblica a riposo. E’ stato infatti a lungo rappresentante del Governo a Pordenone.

"Siamo arrivati da Livorno dove viviamo – spiegava venerdì sera dalle Scotte Galante –; ci siamo presentati, inviati dal reparto specialistico, al pronto soccorso in condizioni estremamente precarie con una mammella di dimensioni doppie rispetto all’altra. Ciò a causa di una copiosa emorragia sottocutanea in atto e con uno dei due contenitori di drenaggio già colmi di sangue. Non è forse questa una situazione di urgenza? Quanto sangue ancora doveva perdere perché fosse urgenza? Con la mia segnalazione intendo sottolineare che non è ammissibile il fatto che in un polo sanitario di riferimento regionale manchino i reagenti per i test Covid adeguati alle esigenze di un pronto soccorso dai grandi numeri. Abbiamo atteso quattro ore per il risultato e ci sono voluti poi circa 40 minuti prima che un operatore venisse a prendere mia moglie per portarla in chirurgia. Ci può essere più inefficienza di questa?"

In riferimento al caso segnalato, l’Aou Senese precisa che il percorso e i tempi di attesa della signora risultano corretti.

"La paziente – spiegano dal policlinico – a seguito di intervento chirurgico effettuato dal dottor Donato Casella, direttore Uoc Chirurgia Oncologica della Mammella, aveva una visita di controllo programmata per sabato 9 ottobre. Nella mattina dell’8 ottobre, la paziente che si trovava a Livorno, ha contattato telefonicamente il chirurgo per un problema con il drenaggio e il chirurgo le ha prontamente anticipato la visita al primo pomeriggio. La signora – prosegue l’azienda ospedaliero universitaria – è quindi partita in auto, accompagnata dal marito, ed è arrivata in ospedale a Siena verso le 14 ed è stata subito visitata dal dottor Casella che ha ritenuto opportuno programmare un intervento nel pomeriggio per rivedere l’emostasi. La signora è stata quindi inviata dal chirurgo in Pronto Soccorso, con un percorso ambulatoriale e non in emergenza, per effettuare un tampone per il Covid, come da procedura, e ha atteso il risultato in ambulatorio. Alla paziente – concludono – è stato effettuato un tampone normale, come quelli che vengono effettuati a tutti i pazienti non in pericolo di vita". L’azienda precisa che non ci sono state difficoltà con i reagenti, che erano disponibili, e che i tamponi rapidi tempo-dipendenti sono riservati alle emergenze e cioè alle persone che arrivano con codice di massima gravità come politraumi, incidenti stradali, infarti, ictus, ecc. Dopo il risultato del tampone, pervenuto nei tempi canonici, la signora è stata portata in sala operatoria verso le 18.30, e l’intervento si è concluso dopo circa un’ora.

Laura Valdesi