Ecco cinque pittori senesi per il Palio di Provenzano

Alcune ipotesi degli artisti locali a cui il Comune potrebbe attingere . Idea Cafarelli e Cristofani, ma anche Zacchini, Fineschi e Manganelli

Si prepara una nuova stagione paliesca. Se ancora siamo lontani dalle risolutive strategie, da previsite e altri termini di un vocabolario che ha il sapore della consuetudine, possiamo pensare che in Palazzo Comunale già ci si muova per la scelta dei due artisti che dipingeranno il drappellone. E se è ovviamente difficile individuare, la scelta fuori delle mura, che per consuetudine riguarda l’Assunta, per il pittore senese possiamo azzardare qualche ipotesi, senza fare torto agli esclusi di questa ricerca, tutti possibili protagonisti. Cinque nomi, cinque differenti stili ma meritevoli di sedere a quel tavolo nel Cortile del Podestà. E per essere imparziali i nostri possibili artisti di Provenzano li sveliamo in rigoroso ordine alfabetico. Cominciamo con Sara Cafarelli, già da tempo alla conquista del mondo, citando la sua esposizione al celebrato Moma di New York, oppure al magico Louvre di Parigi. Tanto per dire. Una regina della street art che mostra quell’energia vitale che spesso questa città non ha più. Sarebbe un cencio underground. Poi Benedetto Cristofani, anche lui molto spesso per il mondo, soprattutto un illustratore di casa negli States. Animatore di riviste, protagonista per The Economist e per il New York Times o per il Die Zeit. Ricordiamo anche la recente mostra senese "Warning". Sarebbe un cencio coraggioso. Citiamo Serena Fineschi, altra senese con la valigia in mano, soprattutto a Bruxelles dove hanno imparato a riconoscere il suo nuovo rinascimento toscano. Recentemente ha mostrato il senso della sua ispirazione alla Marignana Arte di Venezia. A Siena l’originalità di qualche anno fa del Caveau del Santa Maria. Sarebbe un cencio avveniristico. Ma il primo cittadino potrebbe dare l’incarico anche a Riccardo Manganelli, artista poliedrico all’inverosimile. Alla galleria di Stefano Fantini a Siena abbiamo tutti apprezzato il crocevia fra passato e presente, i toni caldi e morbidi, quella passione tutta senese che traspare fra colore e bianco e nero. Sarebbe un cencio avvincente. Infine chiudiamo con Daniele Zacchini, che offre da tempo un’incantevole esplosione di colori che sono poi la bellezza di una natura che abbiamo visto al Santa Maria e che si è accostato alla meraviglia, tanto per fare un esempio, alle timbriche di Matera. Sarebbe un cencio di sostanza. Partendo dalla regola non scritta, ma se vogliamo anche un po’ discutibile, che da molto tempo gli artisti non si ripetono, e che quindi ognuno ha una sola occasione, ecco alcune ipotesi che intanto ci pongono davanti a una piccola lista di assoluta qualità e dal sapore non solo cittadino.

Massimo Biliorsi