"Dote milionaria per la ricerca e l’edilizia L’Università ha un futuro roseo davanti a sè"

Il rettore Frati e l’eredità di sei anni di mandato. "I tre spoke su Biodiversità, Agritech e terapia genica fanno di Siena una capitale. Richiesto fondi per progetti, dall’aula magna a San Francesco alle ex segreterie. Candidato a sindaco? La politica non è il mio lavoro"

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di Pino Di Blasio

Una dote di 30 milioni di euro per i tre spoke nazionali della ricerca, finanziati con i fondi del Pnrr, lo statuto del Biotecnopolo già firmato dal premier Draghi, 8 milioni di euro richiesti più 5 da autofinanziamenti per i progetti edilizi dei prossimi anni, una ritrosia pervicace a buttarsi in politica e a candidarsi a sindaco per le prossime elezioni amministrative. A meno che...

Sono le pillole dell’eredità che il rettore Francesco Frati lascerà a novembre alla nuova guida dell’Università, il professor Roberto Di Pietra eletto il 13 luglio con un margine di soli 7 voti sulla prorettrice Sonia Carmignani.

"Non so se lo statuto - è l’incipit del rettore - sia già stato firmato, ma mi aspetto che, essendo un provvedimento previsto nella legge di bilancio, venga portato avanti dal Governo, qualunque esso sia. Sono impegni da rispettare, come gli stanziamenti milionari e la nascita dell’hub antipandemico nazionale con sede a Siena. Possono essere accelerati, enfatizzati, oppure ritardati, ma vanno mantenuti. Assieme alla creazione degli organi societari, dal comitato scientifico al consiglio d’amministrazione, che reggeranno il Biotecnopolo. L’Università parteciperà solo per la parte scientifica, spero che la nuova istituzione faccia da collante per tutti i luoghi e i laboratori dove si fa ricerca".

Quali sono i tre spoke assegnati all’Università di Siena?

"I tre centri che avranno uno spoke a Siena, biodiversità, agritech e terapia genica e farmaci Rna, hanno uno stanziamento di 320 milioni a testa. Il grande risultato è stato avere a Siena la sede di tre poli, che avranno un finanziamento di 10 milioni a testa. Trenta milioni che serviranno per reclutare ricercatori, finanziare ricerche, consulenze. Ai quali si aggiungono 15 milioni di euro per l’ecosistema delle Scienze della Vita toscano. Fondi che serviranno per la medicina di precisione e personalizzata, oltre che per quella traslazionale".

Il suo lascito è di aver riportato a Siena la grande ricerca?

"E’ appena uscito il bando dei partenariati estesi, altra misura nel Pnrr. Come Università siamo affiliati all’ateneo di Pavia per un progetto sulle malattie infettive emergenti, e siamo assieme a Palermo, con Tls, sulla medicina di precisione. Non ho il quadro dei finanziamenti, ma sono altre risorse aggiuntive".

Quindi la dote è più cospicua?

"Non sta a me dire se sia un grande lascito. Di certo è una contingenza favorevole e siamo stati bravi a intercettare questi finanziamenti, con l’ateneo che ha avuto un ruolo di primo piano, nonostante le dimensioni di una città di 50mila abitanti e meno di 20mila studenti".

Ci sono altri progetti?

"Di fronte all’ateneo si apre uno scenario molto stimolante, non solo sulla ricerca. Con ricadute anche per le altre discipline non scientifiche. Arriveranno risorse importanti anche sul fronte dell’edilizia, oltre al centro didattico delle Scotte. Abbiamo presentato sei richieste di finanziamento, speriamo che verranno accolte".

Che interventi saranno?

"Oltre al campus del Pionta ad Arezzo, costruiremo un’aula magna nel polo di San Francesco per 400 studenti. E’ l’unico polo universitario senz’aula magna, dovrebbe nascere nel parcheggio. Interverremo sugli istituti di San Miniato, per impedire le infiltrazioni dalla copertura verde sui tetti, ristruttureremo il polo Mattioli, l’istituto di Archeologia nel padiglione del San Niccolò e il palazzo Piccolomini-Bandini, che era sede delle segreterie degli studenti. Infine penseremo anche agli impianti del Cus e alla Certosa di Pontignano".

Quanti milioni ha chiesto?

"Le richieste totali sono 8 milioni di euro più 5 verranno dal bilancio dell’Università".

Per il nuovo rettore la strada sembra spianata...

"Se vuole, aggiungo anche il terzo lascito: il fatto che il Fondo Finanziamento Ordinario dell’Università, grazie al Pnrr, è destinato a salire da qui al 2026. Oggi lo stanziamento è di 110 milioni di euro. Di Pietra è un professore che conosce molto bene l’ateneo, è stato per anni nel Senato accademico, direttore di dipartimento. E’ conciliante, ha capacità di ascoltare, saprà fare un ottimo lavoro. Ho fiducia in lui e in tutta la comunità universitaria".

Non pensa che l’ateneo debba reclutare docenti di chiara fama per essere più attrattivo?

"Non tocca al rettore fare campagna acquisti di docenti, è un ruolo che spetta ai dipartimenti. Qualche scelta è indovinata, qualcuna meno. In parte siamo riusciti a portare professori di fama a Siena. Non farò nomi, ma i bravi ci sono anche ora".

Cosa farà Frati tra un anno?

"Farò il professore di zoologia e seguirò lo spoke di ricerca sulla biodiversità".

La politica non l’attrae?

"E’ un’arte nobile, fondamentale per la società, ma non è il mio lavoro. E’ giusto che la facciano persone che hanno capacità di farla".

Di cosa ha bisogno Siena?

"Di recuperare autostima e serenità, dal punto di vista sociale. Non deve più lamentarsi di ciò che sente di aver perduto. Ma in realtà l’Università, la Banca e la Fondazione sono sempre qui".