Diurno boccia la disobbedienza. Pracchia: "Solidarietà morale"

Spaccati gli operatori del settore che invocano però azioni affinché ci sia una ripresa delle attività pur convivendo con il virus

Migration

"Non conosco personalmente il ristoratore. Premesso che non possiamo certo incitare a violare la legge, a livello umano ha tutta la mia solidarietà e quella di Confcommercio. Non mi sento di condannarlo perché se è arrivato a questa azione aveva certo mille motivi. La categoria sta prendendo schiaffi da un anno", dice Daniele Pracchia, direttore dell’associazione. Che aggiunge: "Anzi, dico di più. Se ritenesse di avere bisogno di aiuto per le conseguenze Confcommercio è a disposizione". La scelta di Matteo Luppoli indubbiamente ha spaccato i ristoratori perché chi sta alle regole si è arrabbiato, altri invece l’hanno sostenuto. "Chiaro che chi ha osservato le restrizioni senza sgarrare ha subito danni enormi. Non è solo la giornata di mancato incasso, quanto l’organizzazione precedente, richiamare il personale, le attrezzature. Vedersi negare l’attività, come accaduto a San Valentino, con un provvedimento all’ultimo momento ha fatto perdere la pazienza. Ecco, io dico che siccome la pandemia non finirà in tempi brevi occorre porsi il problema che se dobbiamo convivere con essa va ragionato sui protocolli da rispettare. L’emergenza era giustificata lo scorso anno, adesso bisogna far lavorare le imprese. Favorisce l’economia e aiuta psicologicamente le persone che si sentono attive in una simil-normalità consentita dal virus".

"Non siamo a favore della disobbedienza, tuttavia dobbiamo sottolineare lo sconcerto per gli ultimi provvedimenti. Non possiamo avere la sera tardi quello di chiusura, non si può dire che si riaprono gli impianti e poi fare retromarcia quando gli alberghi hanno già preso le prenotazioni richiamando il personale. E basta a balletti televisivi che disorientano", tuona Carmine Diurno, responsabile dell’area sindacale Confesercenti Siena. Che ribadisce di non condividere la disobbedienza e dunque il comportamento del ristoratore "perché altrimenti ci aggiungiamo ai tanti che la sparano più grossa ogni giorno. Siamo piuttosto per stare al pezzo". Reclama per contro "rassicurazioni sul sostegno alle imprese al di là del codice Ateco, strumenti certi per la forza lavoro perché quando riapriremo troveremo il deserto in quanto se le persone non hanno lo stipendio non spendono nelle attività che rappresentiamo. Terza cosa una campagna vaccinale seria. Basta primule". Diurno va oltre invocando, presso Regione e Governo, "un’organizzazione più attenta dei mezzi di trasporto scolastici, perché è qui che avvengono i contagi, oltre che nei grandi centri commerciali. Non nei ristoranti e al bar".

La.Valde.