"Dazi Usa, allarme rosso per il nostro vino"

Solfanelli, direttore di Coldiretti: "Solo l’export del settore vale mezzo miliardo di euro. Rischi imminenti anche per grano e olio"

Vendemmia

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Siena, 19 gennaio 2020 - «I dazi di Trump metterebbero in ginocchio l’economia di tutta la provincia di Siena". Parola del presidente di Coldiretti, Simone Solfanelli, che traccia un quadro della situazione alquanto preoccupante: "Gli Stati Uniti sono uno dei mercati di riferimento per l’export del nostro vino. Il macigno di nuovi dazi Usa può pesare enormemente in questo settore e nell’economia del territorio, soprattutto se verranno estesi anche al grano e ai cereali". La proposta del presidente Usa fa tremare dunque tutta la provincia di Siena: "Il vino è uno dei motori trainanti della nostra economia – spiega Solfanelli –, anzi, si può dire che sia il volano dello sviluppo locale. Gli Stati Uniti sono per noi un mercato fondamentale, quindi è naturale che produttori e operatori siano in allerta".

In provincia ci sono 20mila ettari di territorio dedicati alla produzione di vino per un totale di oltre un milione di ettolitri prodotti. "I mercati di riferimento sono, oltre agli Usa, la Germania, l’Est Europa, la Russia e il Sudest asiatico – continua Solfanelli –. L’export di vino in provincia di Siena vale mezzo miliardo di euro, perché siamo i primi produttori in Toscana e i quinti a livello nazionale. L’arrivo dei dazi americani scoraggerebbe il consumo dei nostri vini all’estero perché il loro presso al consumo rischierebbe di raddoppiare". L’export delle Docg Brunello di Montalcino, Chianti, Nobile di Montepulciano e Vernaccia si troverebbe quindi in forte difficoltà. "Finora il vino italiano è stato risparmiato dai dazi Usa – evidenzia il numero uno di Coldiretti – ma c’è il rischio che venga colpito dai provvedimenti protezionistici di Trump in un secondo momento insieme a grano e olio. In questo modo, nonostante i nostri siano vini importanti e affermati nel mondo, l’economia della provincia verrebbe colpita a 360 gradi".

In questo contesto Coldiretti sta facendo una campagna non solo nei confronti del governo italiano, ma anche a livello di Europa, per scongiurare questi pericoli. L’unica soluzione nel caso entrassero in vigore i dazi Usa, è la diversificazione: "L’export può contare in provincia non solo sull’elevata qualità dei nostri vini, ma anche sulla grande professionalità dei produttori, che da tempo hanno guadagnato spazio in mercati come Hong Kong e Singapore, i Paesi Arabi e l’Europa dell’Est – conclude Solfanelli –. Resta il fatto che non si può non guardare alle politiche di Trump senza provare preoccupazione".

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