"David Rossi si è tolto la vita? Non so cosa rispondere"

Siena: sentiti i carabinieri intervenuti quella sera. Versioni e ricordi diversi fra loro. Giallo su una lettera inviata al presidente della Camera: ombre sulle consulenze

David Rossi

David Rossi

Siena, 23 dicembre 2021 - "Per come ho visto io la scena del cadavere ero più propenso per l’ipotesi suicidiaria", le parole del tenente colonnello Giuseppe Manichino. Uno dei tre ufficiali dell’Arma in servizio a Siena quando morì David Rossi, il 6 marzo 2013, responsabile della comunicazione di Banca Mps. Così ha risposto, alla domanda della commissione d’inchiesta presieduta da Pierantonio Zanettin, su quale idea si fosse fatto quella sera rispetto alla scena "nel suo complesso".

Tuttavia è stata avanzata un’ipotesi, se non fosse stato allertato per un suicidio e si fosse trovato, senza indicazioni, a passare nel vicolo del Monte Pio dove era precipitato da una finestra e morto Rossi, non avrebbe associato immediatamente la scena ad un gesto volontario: "Nell’immediato no: o il malore o qualcuno che ha ricevuto una botta in testa", ha spiegato Manichino incalzato dai parlamentari. Non ha invece saputo dare una risposta univoca ai commissari il luogotenente Marcello Cardiello, ascoltato per ultimo, che allora guidava la stazione di Siena San Francesco: "Di suicidi ne ho visti tanti. Sinceramente non lo so, non so rispondere". Versioni, valutazioni e ricordi di quella sera da parte dei carabinieri che si recarono nel vicolo dove è morto il manager e che svolsero i primi accertamenti.

II cuore delle loro audizioni è stato però secretato e la commissione ha già disposto di trasmettere al Csm, al procuratore generale presso la Cassazione e alla procura della Repubblica presso il tribunale di Genova copia dei resoconti stenografici delle audizioni dei quattro carabinieri ascoltati tra ieri martedì. Dunque anche quello del generale Rosario Mortillaro, ascoltato a Siena, e di Edoardo Cetola, all’epoca comandante del Radiomobile a Siena. Che alla commissione ha riferito di essere stato soltanto nel vicolo del Monte Pio, senza recarsi neppure in piazza Salimbeni. Da parte sua, dunque, nessuna ricostruzione utile sul sopralluogo dei tre pm Nicola Marini, Antonio Nastasi e Aldo Natalini nella stanza di Rossi, ora all’attenzione della procura di Genova a seguito delle rivelazioni del colonnello Pasquale Aglieco. Cardiello rivela invece di essere stato allertato da quest’ultimo dell’accaduto, salendo al terzo piano con il carabiniere Careddu per recarsi nell’ufficio di Rossi: "Non è stato un sopralluogo, né un’ispezione, ma siccome ancora non si sapeva chi procedeva entrati per vedere e se era stato messo a soqquadro. Entrati ed usciti".

Non è mancato un nuovo colpo di scena che testimonia le tensioni sulla vicenda. Si tratta di una lettera, di cui ha dato notizia il giornale online ’Open’ e della quale si è parlato ieri anche in commissione, che sarebbe stata indirizzata al presidente della Camera Roberto Fico. Non è ancora chiaro se da uno o forse più magistrati che operavano all’epoca della morte di Rossi. E dove si farebbe riferimento alla presunta incompatibilità di alcuni consulenti della commissione e anche al lavoro svolto in essa da alcuni membri. Sui rilievi invece svolti a Siena per ricostruire la caduta di Rossi nell’ambito della maxi-perizia la moglie Antonella Tognazzi ribadisce che la sua "speranza è che chi è stato incaricato degli accertamenti svolga un lavoro deontologicamente corretto, approfondito".

Prossima audizione il 12 gennaio: quella della giornalista Susanna Guarino, il 13 tocca a Giuseppe Mussari.