Morte di David Rossi, la psicologa: "Non ho mai pensato che potesse suicidarsi"

L'audizione della mental coach di Banca Mps. Intanto la moglie e la figlia di Rossi tornano a chiedere "verità e giustizia"

Siena, 16 dicembre 2021 - "Assolutamente no". Ha risposto così Carla Ciani, la mental coach di banca Mps alla domanda se avesse mai avuto la percezione che David Rossi stesse per suicidarsi. La risposta è arrivata nel corso dell'audizione alla Commissione parlamentare che indaga sulla morte del manager senese avvenuta il 6 marzo 2013, durante l'audizione di Ciani svoltasi oggi. Il 6 marzo di 8 anni fa Ciani ebbe un colloquio di due ore con l'ex capo comunicazione della banca, ritrovato poi morto la sera stessa. E Al termine del colloquio "mi ha detto: ci vediamo il 13, grazie per tutto, mi ha fatto bene parlare un po'" ha aggiunto la professionista che poi ha precisato riferendosi sempre all'ipotesi del suicidio: "Non ho avuto la percezione e non sono assolutamente in grado di poter immaginare il fatto che potesse prendere una decisione del genere".

"Ho lasciato una persona lucida e anche sul pezzo rispetto alle cose che avrebbe dovuto fare" ha concluso la mental coach. Con le dichiarazioni di Carla Ciani sembrano non finire mai le rivelazioni sul caso Rossi. E un nuovo colpo di scena nella tragica vicenda del manager del Monte dei Paschi, morto dopo essere precipitato dal suo ufficio, è emerso nel corso di una conferenza stampa a cui hanno preso parte anche la moglie di Rossi, Antonella Tognazzi, e la figlia Carolina Orlandi. Un testimone afferma di avere visto David Rossi nel giorno della sua morte, il 3 marzo del 2013, in una stradina di Siena, vicolo di Vallerozzi, tra le 15.30 e le 16. Un incontro di cui aveva raccontato, nell'ambito di sommarie informazioni, anche agli inquirenti che però, a detta dell'onorevole Walter Rizzetto, membro della commissione parlamentare di inchiesta, "non hanno proceduto con la verbalizzazione".

Rizzetto ha annunciato che il testimone oculare verrà chiamato in audizione davanti alla commissione. "Abbiamo parlato con questa persona - ha aggiunto Rizzetto - la cui testimonianza è ritenuta da noi molto affidabile. Colloca Rossi in vicolo Vallerozzi tra le 15.30-16. Il manager stava parlando mentre camminava, aveva un cappuccio calato e di fatto si è involontariamente scontrato con il teste. Da buon cittadino lui, dopo i fatti, si è recato dagli inquirenti per raccontare quanto aveva visto ma le sue parole non sono state messe a verbale: è un fatto molto grave". Rizzetto ha affermato, inoltre, che gli inquirenti avrebbero detto al testimone di "non preoccuparsi" perché "in quei giorni Rossi era emotivamente provato e che forse stava parlando da solo, adducendo che lui non utilizzava gli auricolari".

Anche per l'avvocato Carmelo Miceli, legale dei familiari, siamo in presenza di una fatto grave. "Chiunque abbia immagini, anche solo all'apparenza non rilevanti, ci contatti: chiunque sappia ci può informare anche nel modo più riservato", l'appello lanciato dal penalista. Dal canto loro la moglie e la figlia di Rossi tornano a chiedere "verità e giustizia".

"In un Paese sano sarebbero dovute arrivare da sole - hanno affermato -. Ci troviamo qui dopo nove anni a chiedere cosa sia successo quella sera. Per anni ci hanno accusato di essere delle complottiste, delle visionarie, ma oggi sappiamo che non era così. Si indaghi per omicidio". Ma non solo. "Non c'è più traccia di 61 fotografie e 2 filmati video, della polizia scientifica, dai fascicoli dei magistrati", ha svelato ieri sera Massimo Giletti nel corso di Non è l'Arena. "Io devo annunciare una cosa importante, nuova. - ha detto Giletti nel corso della trasmissione - Che aggraverà ancora questa storia. Una persona a me vicina, sapendo che io avrei affrontato questo tema, mi ha chiamato e mi ha detto 'Guarda che nel fascicolo dei magistrati, la polizia aveva portato altre 61 fotografie e altri 2 filmati di cui non c'è più traccia".

 Intanto i familiari hanno ringraziato i componenti della Commissione del lavoro che stanno svolgendo. Una attività che proseguirà anche la prossima settimana. Martedì, a Siena, è in programma, nell'ambito della maxiperizia affidata ai carabinieri, la prova del manichino antropomorfo con uno scanner 3d che ricostruisce in tre dimensioni la scena del crimine. Sulla vicenda del manager dell'istituto di credito è intervenuto anche il presidente della Commissione antimafia, Nicola Morra, che ha riferito che ieri "nell'Ufficio di presidenza un gruppo parlamentare ha avanzato la richiesta di far partire un'attività istruttoria in Antimafia afferenti Mps. Ci sono gli estremi perché questo avvenga".