’Dante e Siena’, video sui luoghi della Commedia

Raffaele Ascheri, presidente della Biblioteca, racconta i personaggi e le vicende dei senesi nelle terzine del capolavoro

Migration

Una passeggiata lungo le vie del centro cittadino, sulle orme del poeta. In un video di 42 minuti intitolato ‘Dante e Siena’, Raffaele Ascheri racconta personaggi, luoghi e vicende che testimoniano l’importanza della Città del Palio nell’opera del padre della lingua italiana. Un vero e proprio viaggio nella città e nel racconto che ne fa Dante. Siena, infatti, ovviamente dopo Firenze, è una delle città più citate nell’opera, con i suoi vizi e i suoi peccati, ma anche con quegli improvvisi slanci virtuosi che nel linguaggio dantesco ne rappresentano l’esatto contrappeso. E non manca qualche sorpresa.

"Non abbiamo certezze su quando Dante sia effettivamente venuto a Siena – racconta Ascheri – ma di certo la nostra è una delle città che ritiene più importanti, sia per i personaggi che cita sia per l’articolazione dei suoi giudizi. A partire da quello espresso su uno dei suoi vizi peggiori, la vanità.

Un giudizio sicuramente duro, ma che forse è arrivato il momento di riconsiderare. Nel senso che proprio nella loro vanità i senesi vengono paragonati al popolo francese, per esempio, e questo è da considerare un elemento di stima, di grandezza". Tra i personaggi riportati nel documentario, Provenzano Salvani, che troviamo tra i superbi.

"Di lui però Dante racconta anche quello che possiamo considerare un gesto di grandissimo altruismo – riporta Ascheri – nel momento in cui si mette a chiedere l’elemosina in piazza per salvare il suo amico prigioniero di Carlo I d’Angiò. Un atto di grande magnanimità".

Non manca una parte dedicata alle otto lapidi di marmo, collocate nel centro storico senese. E qui arriva la sorpresa, perché una di queste sarebbe in realtà qualcosa si molto simile a un equivoco storico, più o meno consapevole. "Quella di Fontebranda – rivela Ascheri – è una forzatura.

Perché la Fontebranda citata da Dante si trova nel Casentino, al Castello di Romena, dove viveva il Mastro Adamo al quale si riveriscono i versi del trentesimo canto dell’Inferno. La domanda è, semmai, per quale motivo di fronte a questa evidenza, nel 1921, quando quelle lapidi sono state realizzate e collocate, si è deciso di metterla comunque? Perché il dubbio c’era già allora. Perché, quindi, si trova lì?".

Forse un tentativo si ‘senesizzare’ ancora di più la Commedia? "Forse. Un tentativo che può essere riconodotto alla vanità dei senesi, quella di cui proprio Dante parla, perché per un senese se qualcuno fa riferimento a Fontebranda è chiaro che sta parlando della nostra". Quando si dice dell’attualità di Dante. Il video è già online, su YouTube e sui vari canali social. Le riprese del documentario sono di Fabrizio Bartalozzi e le letture sono affidate a Rinaldo Di Cioccio e Ginevra Brogi.

Riccardo Bruni