di Orlando Pacchiani
Sembrerebbe una ricetta semplice, utilizzare un immobile a gestione pubblica, almeno in questo momento, per un utilizzo pubblico. È invece ci sono un’idea innovativa e la capacità di fare rete tra istituzioni, dietro la destinazione di uno stabile confiscato alla criminalità all’accoglienza di migranti in questa fase di emergenza. Lo stabile è a Chiusi, nella disponibilità dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. E adesso sarà destinato a ospitare fino a trenta migranti, in una struttura che sarà gestita dalla Misericordia e con la collaborazione del Comune di Chiusi, che si occuperà tra l’altro della manutenzione dell’area verde circostante la struttura.
"Lo slogan ’Dalla confisca alla legalità percepita’ – ha detto il prefetto Matilde Pirrera – ben raccoglie il significato di questa operazione, che consentirà di dare una risposta dall’elevato valore simbolico ma anche sostanziale a un fenomeno che ci impegna tutti. Siena non è terra di sbarchi o di frontiera, ma l’estensione del suo territorio fa sì che il numero dei richiedenti asilo sia consistente".
In totale si parla di 1241 persone, dato al 31 luglio, in un contesto che dallo scorso anno ha visto accesi i riflettori soprattutto sul caso pakistani. "Si tratta di migrazione spontanea, in entrata probabilmente dalle frontiere a est – ha detto ancora il prefetto Pirrera – che ha raggiunto numeri consistenti, circa settecento persone gestite ottimamente grazie alla Caritas".
Un fenomeno che ha riguardato anche diverse strutture cittadine come i parcheggi sotterranei, dove dall’insediamento della nuova amministrazione anche la giunta comunale ha lavorato assiduamente, a partire dal reperimento dell’ex scuola di Montalbuccio.
"Quello che mi piace di più sottolineare di questa operazione a Chiusi – ha detto il prefetto – è la cooperazione interistituzionale che ha consentito di realizzare un intervento di questa rilevanza. Penso che entro la settimana la struttura potrà essere aperta". Il prefetto Pirrera ha affrontato anche il tema dell’impegno dei migranti. "Tutti i nostri ospiti sono impegnati in attività lavorative – ha detto – e possiamo dire che, tranne rari casi, non generano problemi di ordine pubblico. Siamo semmai impegnati al massimo, insieme alle forze dell’ordine dedicate, per monitorare ed evitare i rischi di sfruttamento: in alcuni casi sono state trovate persone impegnate in attività al nero. Vorremmo eliminare casi di questo genere".
Anche per questo, riprendendo un modello già attuato dallo stesso prefetto Pirrera in passato in Sicilia, "stiamo valutando la possibilità di utilizzare il capannone annesso all’immobile residenziale, in modo da utilizzarlo per far svolgere agli ospiti della struttura attività artigianali. È un modo per favorirne l’integrazione anche nel tessuto sociale".
La previsione dell’utilizzo dell’immobile come sede per ospitare migranti è per ora datata al 10 ottobre, ma lo sarà in ogni caso fino alla nuova data prevista per la prosecuzione dello stato di emergenza.