D’Urso: "Abbiamo superato il picco dei contagi"

Il direttore generale dell’Asl Toscana sud: "A metà novembre toccato il numero massimo dei positivi. Ma il nemico non è ancora vinto"

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"Il picco dovrebbe essere stato raggiunto intorno alla metà del mese di novembre. Nella nostra Asl il maggior numero di nuovi casi positivi si è avuto nella settimana fra il 6 e il 13 novembre". Parola di Antonio D’Urso, direttore generale dell’Asl Toscana Sud Est. Sono i numeri a circoscrivere la mappa del contagio, che ha toccato il suo massimo in estensione e intensità. Sempre che all’orizzonte non spunti una nuova ondata e che si riesca a fermare quei focolai nascenti in tante residenze sanitarie per anziani sul territorio, il pericolo del momento.

Nell’ultima settimana i numeri dei nuovi casi sono diminuiti in tutta la Toscana Sud. Situazione stabile o solo calo momentaneo?

"Nell’ultima settimana, quella dal 23 al 29 novembre il numero dei nuovi casi positivi nella Asl Toscana sudest si è più che dimezzato raggiungendo 1.090 casi complessivamente assunti in carico rispetto ai 2.147 e ai 2.684 delle due settimane precedenti. Il nostro dato ha trovato conferma anche nel valore regionale, dove i nuovi casi toscani si sono ridotti complessivamente a 7.843 nell’ultima settimana rispetto ai 15.302 della settimana precedente. L’andamento in diminuzione è confermato anche dai valori dei nuovi positivi che abbiamo avuto negli ultimi due giorni. Tale andamento ci confermerebbe una flessione progressiva".

Sono diminuiti anche i tamponi?

"Il numero dei tamponi si mantiene pressoché costante con una media giornaliera nel mese di novembre di circa 3.000 tamponi validati".

Come nascono oggi i focolai? In famiglia, al lavoro, a scuola? Dove concentrare l’attenzione?

"I focolai delle ultime settimane sono stati soprattutto focolai che nascono all’interno delle famiglie, dove le misure di protezione (mascherine e distanziamento) vengono comprensibilmente disattese".

Nell’occhio del ciclone oggi sono le rsa: l’ordinanza Giani sulle rsa Covid è attuabile?

"Per quanto riguarda le Residenze sanitarie assistite stiamo cercando di attuare l’ordinanza 112, che fra le altre cose prevede la individuazione di Rsa Covid e Rsa non Covid. Tutto questo per isolare i positivi ed evitare al massimo il rischio della diffusione. Al momento la situazione nella nostra Asl è sotto controllo e sotto monitoraggio continuo e oltre alla separazione, con l’individuazione per ciascun ospite del setting assistenziale più idoneo, si attua periodicamente la sorveglianza attiva sugli ospiti e sugli operatori mediante l’effettuazione ogni quindici giorni di tamponi molecolari e antigienici".

Con i dati in calo, è pensabile la riapertura o il passaggio in zona arancione o gialla?

"La decisione è del ministro della Salute, d’intesa con il presidente di Regione. L’augurio migliore secondo me è arrivare il più presto possibile alla vaccinazione che è l’unico strumento che assicura la protezione sicura di ognuno di noi".

La seconda ondata: più forte della prima? Più ricoveri e decessi?

"La seconda ondata è stata maggiore nei numeri rispetto alla prima. Basti pensare che nel periodo dal 24 febbraio al 31 luglio nella nostra Asl avevamo avuto poco più di 1.700 positivi con 106 decessi, mentre nel periodo che va dal primo agosto al 30 novembre i decessi sono stati 160 e i positivi circa 16.000. Va detto che il numero dei tamponi effettuati nei due periodi è stato sostanzialmente diverso; siamo passati da una media giornaliera di meno di 800 tamponi nel primo periodo a più di 2.500 nella seconda fase".

Paola Tomassoni