Curtolo lascia, Annarita Marzullo dirigente

Troppi nodi irrisolti nelle scuole senesi. Professori che mancano, assegnazioni non completate, sedi improvvisate e classi chiuse

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di Paola Tomassoni

In piena emergenza Covid, con le scuole nell’occhio del ciclone, il provveditorato agli studi di Siena ha cambiato guida: il 5 ottobre è stata designata la dottoressa Annarita Lina Marzullo, nel posto lasciato da Roberto Curtolo, che potrà dedicarsi d’ora in avanti ‘solo’ al provveditorato di Firenze.

La dottoressa Marzullo approda all’Ufficio scolastico provinciale con un incarico per lei nuovo, da dirigente scolastico, proveniente da ruoli fino ad oggi amministrativi: era funzionario statistico informatico a Roma presso la Direzione generale del Ministero dell’Istruzione. Nel cassetto ha la laurea in Statistica informatica e tecnologie decisionali presso la Sapienza di Roma e due master al Politecnico di Milano.

Annarita Marzullo si è insediata ieri nel suo ufficio senese e come prima mossa ha voluto essere informata della situazione sul territorio. Cosa le ha lasciato dunque in eredità Roberto Curtolo? Doni da scartare o nodi da sciogliere? A un mese dal via della scuola mancano ancora centinaia di insegnanti. Questo perché, nonostante il ministro Lucia Azzolina avesse chiesto di completare gli organici entro il 24 settembre, in questa realtà – ma non è la sola – le assegnazioni di cattedre annuali e dei posti di sostegno non sono state ancora terminate.

Il pasticcio è iniziato con la nuova procedura di scorrimento delle graduatorie, fatta esordire a ridosso della ripartenza della scuola dopo l’anno del lockdown: ebbene le liste hanno visto punteggi contestati, salti di posizioni e il controllo finale sui titoli dei candidati spetta all’istituto scolastico di prima nomina. Questo vuol dire che ci sono insegnanti assegnati ad una scuola, che poi li ha dovuti rigettare; docenti chiamati per il sostegno che poi si sono visti assegnare anche la cattedra di materia; insegnanti chiamati in più scuole; ma anche persone la cui chiamata è saltata.

Tanti errori che hanno dato luogo a ricorsi e forse sfoceranno domani in azioni legali. Fatto sta che da una settimana l’Ufficio scolastico provinciale ha interrotto le assegnazioni. Lasciando cattedre annuali vuote nelle scuole e i presidi che possono chiamare dalle liste d’istituto solo per sostituzioni di assenze e malattie. Tutto questo accade nell’anno ‘straordinario’ del Covid che vorrebbe invece il personale delle scuole potenziato e presente fin dal primo giorno. Ed è il virus a mettere alla prova più dura: ad oggi le scuole chiuse sono quelle dove sono stati messi in quarantena gli insegnanti. Poi ci sono problemi di tutti i generi, da una parte all’altra della provincia: a Siena c’è la rivolta dei ragazzi dell’indirizzo socio economico del Piccolomini relegati al seminario di Montarioso; ci sono i problemi strutturali del Monna Agnese da anni alla ricerca di una nuova sede; nei paesi ci sono le proteste contro le pluriclassi; e ovunque ci sono istituti che per le norme Covid hanno dovuto rinunciare a palestre, refettori, laboratori.

Tutti, ora giocano la partita più difficile: contenere il virus, isolare i casi positivi, senza chiudere e senza rinunciare alla didattica in presenza. "Si vive alla giornata ormai – dice Marco Mosconi, preside dei licei Poliziani e del comprensivo di Chianciano -: ci hanno appena detto che la nonna di uno studente è positiva: se fosse positivo anche lui si ripartirebbe con le quarantene. Quest’anno ci si dovrà abituare. E bisogna far capire che è meglio un giorno in più a casa a curare il raffreddore, che finirci tutti e per più lungo tempo".

"Proprio nell’anno in cui più servivano, siamo partiti senza insegnanti – dice Antonio Vannini, preside dei comprensivi di Monteriggioni e Chiusi – e per la prima volta ad un mese dal via non posso ancora fare l’orario definitivo". "Era opportuno mettere in atto la nuova procedura delle assegnazioni proprio quest’anno?" si chiede Tiziano Neri, dirigente dell’Agrario di Siena: "Forse l’anno dell’emergenza avrebbe meritato procedure più assodate – continua -: la mancanza anche solo di 3-4 insegnanti si fa sentire".