Cuoche del Comune accusate di rubare il cibo alla mensa: assolte

La procura aveva chiesto la condanna a 3 anni, il verdetto del collegio è "il fatto non sussiste". Erano state sospese all'asilo

Assolte le cuoche accusate di peculato (foto d'archivio)

Assolte le cuoche accusate di peculato (foto d'archivio)

Siena, 19 febbraio 2020 - Non hanno rubato cibo ai bambini dell’asilo. Né si sono portate a casa le pietanze che dovevano servire alla preparazione dei piatti per i piccoli. Si trattava di scarti, bucce della frutta. Cose ormai scadute. Comunque sia, nessun peculato. Così ha deciso il collegio presieduto da Luciano Costantini dopo neppure un’ora di camera di consiglio.

Il verdetto poco prima delle 18, anche se il rush finale in aula era iniziato alle 14,30 con le richieste del pubblico ministero Valentina Magnini. Che aveva invocato per entrambe la condanna a 3 anni. Articolata la difesa delle due dipendenti a tempo indeterminato, attualmente sospese dal servizio. Prima hanno preso la parola gli avvocati Francesco Pletto e Silvia Pellegrini che assistevano S.R., 56 anni, di Siena.

Quindi è toccato a Fabrizio Francese del foro di Torino, legale dell’altra cuoca, L.M., 58 anni, che vive in un comune della Val di Merse. "Nessun danno apprezzabile per la pubblica amministrazione – ha argomentato quest’ultimo – derrate alimentari destinate ad essere buttate via.

Neppure si sono verificate disfunzioni del servizio. Non ci sono gli elementi per sostenere l’esistenza del peculato. Chiedo l’assoluzione". Così come avevano fatto i suoi colleghi.

Peculato continuato, l’accusa, perché si sarebbero rese protagoniste di più episodi nel corso del tempo. Un processo estenuante e quantomai delicato che ha visto le due imputate sempre presenti alle udienze. C’erano anche ieri pomeriggio in aula ad ascoltare il pubblico ministero Magnini e poi ad attendere il verdetto del giudice. Non hanno potuto nascondere la loro gioia, considerato appunto che non sono più a lavoro da tempo. E che hanno sempre negato di aver danneggiato il Comune per cui lavoravano da una vita.

C’è da scommettere che i loro difensori alla luce della sentenza, una volta lette le motivazioni che arriveranno fra sessanta giorni, valuteranno le  eventuali mosse. © RIPRODUZIONE RISERVATA