Monoclonali, "crescono i pazienti per gli anticorpi". La sperimentazione avanza

Rino Rappuoli, capo della ricerca mondiale della multinazionale e padre della terapia senese: "Test completati a fine settembre. L’autorizzazione ci darà un’arma in più per arginare i casi gravi"

Rino Rappuoli

Rino Rappuoli

Siena, 13 agosto 2021 - Anche se è poco opportuno ammetterlo, e Rino Rappuoli, da scienziato da Nobel e pioniere dei vaccini, non lo farebbe mai, l’aumento dei contagi in questo agosto segnato dalla variante Delta è una spinta per le prove cliniche sugli anticorpi monoclonali Tls. E per raggiungere quota 800 pazienti da sottoporre alla sperimentazione, indispensabile per arrivare alla validazione della terapia antiCovid.

Dopo l’allarme lanciato a inizio estate, stanno aumentando i soggetti reclutati per i trial clinici sugli anticorpi Tls?

"La sperimentazione sta andando avanti - ammette il professor Rappuoli - e ritengo che rispetteremo i tempi previsti per la fase 2. Prima di quanto temevo qualche settimana fa. A fine settembre, inizio ottobre dovrebbero essere completate le prove cliniche. Mi sono dovuto abituare ai tempi della burocrazia italiana".

Qual è stata la spinta decisiva? il ritorno dei contagi o il suo appello alle istituzioni?

"Una combinazione dei due fattori. La decisione della Regione Toscana di accompagnare al tampone il consenso informato a sottoporsi ai test clinici, ha impresso una spinta forte al reclutamento dei casi positivi. Sto cercando di esportare in altre Regioni la strategia adottata in Toscana. Ovviamente è complicato, bisogna superare gelosie e intoppi. Vorrà dire che la Toscana recluterà più dei 200 pazienti che le erano stati assegnati all’inizio. Un target che può essere rivisto verso l’alto".

La fretta di avere un’altra arma a disposizione contro il Covid non riesce a convincere anche i più recalcitranti?

"Quando gli anticorpi supereranno tutti i test e saranno validati dalle autorità sanitarie, avremo una cura che impedirà l’aggravarsi dell’infezione e farà ridurre anche i ricoveri e i decessi. La variante Delta del virus è molto più infettiva e colpisce soprattutto le persone non vaccinate. Quando nei Paesi più sviluppati registri percentuali del 60% delle persone vaccinate, vuol dire che il 40% della popolazione è ancora a rischio Covid. Negli Stati Uniti due giorni fa si sono registrati oltre 100 mila contagi. Non ci sono ricoveri né casi gravi, le terapie intensive hanno ancora pochi degenti. Ma sia la vaccinazione intensiva che la terapia degli anticorpi abbatteranno in maniera evidente i casi".

Da capo della ricerca mondiale dei vaccini Gsk, leader mondiale nel settore, non si sente beffato dalla concorrenza di Pfizer, Moderna e altri, più rapidi nel produrre vaccini efficaci?

"Sono fiducioso sul futuro. Gsk ha 3 vaccini in fase 3, quindi a un passo dall’autorizzazione. Il primo è con la canadese Medicago, il secondo è con Sanofi, il terzo è con un’azienda biotecnologica coreana. Se tutto andrà come previsto,Gsk darà il suo contributo alla vaccinazione del pianeta per arginare la pandemia".

Ci saranno vantaggi per il polo Gsk a Siena?

"A Siena devono stare tutti tranquilli, il polo è strategico nella galassia Gsk. Produrrà i vaccini più innovativi, a cominciare da quelli anti meningococco. E infialerà gli altri vaccini".

Spera nella necessità della terza dose?

"La Cdc americana, il centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, la consiglia già per le persone fragili. Ma prima vacciniamo e immunizziamo chi non ha ancora avuto la prima dose, poi pensiamo ai richiami".

Il green pass obbligatorio è una mossa giusta?

"E’ molto utile, è un attestato di libertà. Se si è vaccinati e non a rischio per gli altri, è giusto che si ritorni alla vita sociale".

Si aspettava il ritorno in piazza del popolo ’No vax’, ancora più aggressivo, nonostante una pandemia che ha mietuto milioni di vittime e di contagi?

"Non ho seguito le loro manifestazioni, né ho intenzione di farlo. Penso sia inutile insistere a parlare e tentare di convincere chi non vuol capire".