Cresce la dote di Mps per le future nozze

Il Governo aumenta le attività fiscali differite e proroga la scadenza a giugno 2022. Per UniCredit un possibile regalo da 3,4 miliardi

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SIENA

Se non basterà nemmeno la dote aggiuntiva prevista nel Decreto Sostegni bis, per spingere UniCredit a convolare a nozze con Banca Monte dei Paschi, allora l’allergia di Andrea Orcel è davvero incurabile. Anche perché, leggendo tra le righe delle modifiche alla normativa sulle Dta (attività fiscali differite), in pratica le perdite dei bilanci precedenti che saranno trasformate in crediti d’imposta in caso di fusione, i vantaggi per i vertici di Unitower in caso di nozze sarebbero di 3,4 miliardi di euro, 1 miliardo e 100 milioni in più rispetto alla prima ipotesi. Inoltre Orcel avrà sei mesi in più per studiare il piano di fusione, per convincere se stesso e i soci riottosi di UniCredit, perché il termine sulla Dta (quelle di Banca Mps sono di 3,8 miliardi di euro) è stato prorogato al 30 giugno 2022. Anche perché la scadenza di dicembre 2021, con i cambi ai vertici di piazza Gae Aulenti e alla Bper, avrebbe reso complicato qualsiasi progetto di matrimonio.

"Consideriamo la notizia come un incentivo positivo ai processi di merger and acquisition - hanno commentato gli analisti di Mediobanca - in quanto consentirà alle banche di avere più tempo per beneficiare della misura". C’è anche un altro aspetto che potrebbe eccitare la fantasia del più abile giocatore al risiko bancario italiano ed europeo, al secolo Andrea Orcel. Che, oltre a Banco Bpm e Mediobanca, i partner per una fusione a tre ipotizzata dall’ad UniCredit, potrebbe cominciare a ragionale inserendo Generali nel triangolo finanziario lungo l’asse Milano-Trieste-Siena. Il Leone è il secondo azionista di Mps, con il 4% del capitale di Rocca Salimbeni. Qualche anno fa l’ad di Generali, Philippe Donnet sollevò obiezioni sul rapporto riconfermato tra Mps e Axa. Ora che sono in atto grandi manovre ta i soci come Del Vecchio, Caltagirone e Mediobanca, gli intrecci con UniCredit sarebbero sempre più attraenti per un mago delle fusioni come Orcel.

Un gioco sempre più spericolato, grazie all’ingrediente dei regali fiscali che il Governo è pronto ad aumentare. E che trasformerà in oro quelle che oggi sono le perdite di bilancio di Mps. In attesa delle mosse dei carrarmatini di Unicredit, oggi l’ad di Banca Mps Guido Bastianini e il capo dell’Area finanza Giuseppe Sica, presenteranno agli analisti e alla comunità finanziaria i risultati di bilancio del primo trimestre 2021. La maggioranza degli analisti prevederebbe un’altra perdita, per il sesto trimestre consecutivo Mps chiuderebbe in rosso. Ma non è escluso invece che, grazie soprattutto al primo bilancio libero dal fardello dei crediti deteriorati ceduti ad Amco nell’operazione Hydra, ci sia un piccolo utile, giusto per cambiare il colore dei conti. Non che sia così cruciale: i bilanci del Monte dei Paschi sono tutti propedeutici al necessario aumento di capitale, che potrà venire solo da una "soluzione strutturale", quindi da una fusione con un partner bancario solido. Si ritorna anche ai contenziosi legali, agitati dai contrari alle fusioni come spettro per allontanare ogni accordo. E’ il contrario, invece: come ha dichiarato anche il presidente della Fondazione Mps, Carlo Rossi, invece di accontentarsi di una percentuale dei 3,8 miliardi di danni risarcibili, Palazzo Sansedoni vorrebbe far pesare l’idea delle cause nella trattativa per un futuro solido della banca. Un aiuto, altro che ostacolo.

Pino Di Blasio