Crac Ac Siena, creme di bellezza fra gli acquisti fatti dalla società Ma la difesa: "Non risultano"

Processo sul crac Ac Siena, via i numeri e le questioni di bilancio, si parla di bellezza. Sì, perché sono sfilati quattro testimoni che hanno ricostruito l’attività e le spese sostenute da Valentina Mezzaroma, sorella dell’ex patron della società bianconera fallita, che era vice presidente del Siena calcio. Anch’essa imputata nel processo che si sta avviando a grandi passi alla conclusione dell’istruttoria dibattimentale. "Si occupava del marketing, degli sponsor, andava anche alle partite in trasferta", racconta il segretario generale che era rimasto un solo anno con i bianconeri. Spiega degli acquisti in farmacia – abitava in Banchi di sopra, a due passi dal punto vendita – e para-farmacia con la carta di credito della società. "Rientrava fra le deleghe – interroga il pm Siro De Flammineis – anche di comprare creme di bellezza?". Pronto risponde il testimone: "A volte può capitare di utilizzare, per esempio, la crema depilatoria in quanto, se ci fate caso, i giocatori sono depilati. Per fare i massaggi è meglio procedere così". Non ci sta l’avvocato Valeria Meloni, che difende Valentina Mezzaroma, ad accettare la stoccata e ribatte: "Creme di bellezza non risultano da nessuna parte". Sul banco dei testimoni anche l’ex team manager della squadra dal 2011 al 2013, che ha riferito degli spostamenti a Torino per incontrare lo sponsor Robe di Kappa, come conferma successivamente Guglielmo Ascheri, all’epoca responsabile dell’area marketing. A fine udienza sono stati depositati i calendari delle partite con l’avvocato Meloni che ha ribadito come la maggior parte delle spese siano state sostenute personalmente dall’imputata.