Così la Chigiana ricorda Bussotti "La musica intrecciata con Siena"

"Un artista geniale" lo definisce. Nicola Sani, direttore artistico. dell’Accademia. Primo incontro. nella Settimana del 1974

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"E non mi disprezzate la cattiva musica. Nel senso di ciò che musica è o non è. La musica cosiddetta popolare. Siccome la si sona e si canta molto più appassionatamente della buona musica. Poco a poco ella s’è impregnata del sogno e delle lagrime degli uomini. Rispettatela per questo. Il suo posto è immenso nella storia sentimentale della società". Queste parole Sylvano Bussotti le pronunciò nel 1975, in occasione della XXXII Settimana Musicale Senese. In quello stesso anno fu l’anima, appassionata e provocatoria, del corso speciale di composizione dell’Accademia Chigiana, che lo ricorda come "compositore geniale e artista poliedrico, instancabile esploratore e traduttore di forme, generi e linguaggi espressivi". Il compositore fiorentino, ma anche pittore, scenografo, costumista e regista teatrale, si è spento a Milano, e anche la Chigiana e il suo direttore artistico Nicola Sani lo salutano rievocandone la genialità, che Siena ha conosciuto per la prima volta nel 1974, quando Bussotti inaugurò la Settimana Musicale Senese con l’esecuzione, in prima assoluta, della sua composizione ‘I Semi di Gramsci’, un momento indimenticabile scolpito nella memoria dell’istituzione musicale. "Sylvano Bussotti è stato un compositore grandissimo – ricorda Sani – i cui percorsi si sono spesso incrociati con Siena. La sua opera, oltre a comprendere capolavori di importanza cruciale, tra cui composizioni come il quartetto ‘I Semi di Gramsci’, ‘La Passion Selon Sade’, ‘The Rara requiem’ e il ‘Melodramma romantico Lorenzaccio’, dal dramma omonimo di Alfred de Musset, si estende a tutte le componenti dell’espressione musicale, artistica, visiva, filosofica e in generale del pensiero umanistico".

Le sue composizioni sono state presenti più volte nei programmi dei concerti chigiani, fino alle ultime edizioni del Chigiana International Festival. E sicuramente non mancheranno in futuro le occasioni per celebrare la sua musica. "Il rapporto tra scrittura, segno e suono – aggiunge Sani – trovano in lui un fondamento determinante per il pensiero compositivo del ventesimo secolo, così come il rapporto tra suono e alea, con le grafie aleatorie e la componente fisica, corporea che incarna il suono e ne diventa verbo, natura in movimento. Una perdita immensa sulla quale sarà molto importante continuare a ragionare nei prossimi decenni".

Riccardo Bruni