Sbarca a Cannes regista di 26 anni: "Racconto la storia di un artista cieco"

Federico Cianferoni, di Radda, ha presentato un film costato 1.500 euro

Federico Cianferoni

Federico Cianferoni

Siena, 10 giugno 2015 - Dal Chianti al Festival di Cannes con un cortometraggio accolto nella sezione Short film corner. Federico Cianferoni, ventiseienne regista di Radda, ha proposto il video della sua opera dal titolo «Monde ayahuasca», ed è poi salito alla ribalta in una delle capitali mondiali della cinematografia. «Senza dubbio una bella opportunità. Ho avuto la fortuna o la bravura di superare i vari passaggi e di fare ingresso tra i ventidue selezionati italiani», racconta Cianferoni, dietro alla macchina da presa insieme con il collega Piero Carbajal. Una pellicola a basso budget, 1.500 euro, per una storia girata interamente a Radda.

«Un’équipe e un cast consolidati – spiega Cianferoni – hanno permesso la realizzazione con spese contenute nella location di casa. Abbiamo ricevuto il patrocinio dell’amministrazione comunale e il sostegno di associazioni locali come la Misericordia. Tutto questo per narrare, in undici minuti, la vicenda umana di un artista non vedente che a un certo punto della sua vita cade in una spirale autodistruttiva. Un viaggio in Perù, nel febbraio 2014, mi ha offerto lo spunto. Un corto con un montaggio veloce, ispirato ai videoclip».

Laurea al Dams in Storia del teatro inglese, studi di recitazione, esperienze teatrali a Londra e un lavoro da modello: un percorso davvero poliedrico iniziato addirittura in età infantile per Federico Cianferoni, grazie a un ruolo nel film «Con gli occhi chiusi» di Francesca Archibugi. Solide radici chiantigiane… «In pratica sono nato in mezzo alle vigne: i miei hanno un’azienda vinicola. Alla regia mi dedico da circa due anni. E nel frattempo è avvenuto il contatto con la Kahuna film, di Francesco Bruschettini, che è di Poggibonsi, e Francesco Cimpanelli: si tratta della società di produzione che ha legato il suo nome all’avventura a Cannes, in un Festival che definirei una grande fiera, prima ancora di una vetrina». Si è parlato tanto, dopo il verdetto della giuria presieduta da Joel ed Ethan Coen, della delusione italiana: un suo giudizio? «Credo che sia giusto far prevalere anche l’amore di patria – conclude Cianferoni – unito all’orgoglio nazionale per aver avuto comunque tre film in concorso a Cannes».