Chiesa stracolma per l’addio a Menga: "Grazie prof per la tua passione"

Il docente aveva 44 anni e insegnava alle medie di Bettolle e Montepulciano

 Fabio Menga, 44 anni, durante la premiazione del Campionato di giornalismo che ha anche vinto

Fabio Menga, 44 anni, durante la premiazione del Campionato di giornalismo che ha anche vinto

Montepulciano (Siena), 10 novembre 2018 - «Grazie prof per la tua passione». «E per la tua amicizia». La voce della verità, quegli studenti che affollavano la chiesa delle Grazie a Montepulciano. Perché il loro insegnante del cuore, che faceva rispettare le regole e imponeva che si applicassero ma sapeva come accendere la lampadina dell’interesse, se n’è andato. Aveva 44 anni Fabio Menga, che ha perso la breve battaglia contro una malattia a cui non aveva però mai chinato la testa. Era nato a Bari, in Puglia, ma la Valdichiana e i suoi vigneti, la sua gente che sa capire chi apprezza una terra unica, gli avevano spalancato le braccia quando è arrivato per insegnare Lettere. E ora che non c’è più l’ha voluto accompagnare nell’ultimo viaggio con quel calore e l’affetto che il docente metteva in ogni attività, stringendosi intorno alla moglie Maria Teresa Cudemo, anch’essa insegnante di Lettere. Anche lei di Bari ma con tanti amici così cari a Montepulciano (oltre al cagnolino Dudù) da essere considerati famiglia.

Un treno di idee, definisce Menga chi lo conosceva bene. Come ben sapeva La Nazione di Siena perché era uno dei docenti storici del Campionato di giornalismo. Aveva vinto un anno con la media di Bettolle, poi il trionfo nella sezione della pagina più cliccata sul web e altri riconoscimenti. Ai ragazzi sapeva infondere passione nelle cose che facevano, li invitava a riflettere sul vero, sul buono e sul giusto. Sulla bellezza. Da oltre 15 anni insegnava prima a Montepulciano, quindi un lungo periodo a Bettolle. Sempre alle medie. Nel 2018 era tornato nell’istituto della città del Poliziano, dove viveva e ora riposa. Fino a inizio ottobre era al timone della classe, poi qualche settimana a casa prima di un epilogo che non significa fine. Perché, testimoniano le tantissime lettere degli studenti che lo accompagneranno per sempre, ha saputo ‘seminare’. «Come racconta lei gli eroi dei poemi epici di Omero non c’è nessuno», recitavano poche righe che gli aveva declinato la preside per telefono. Menga era la (vera) buona scuola.