Intascavano soldi destinati ai centri migranti. Coinvolto un sacerdote

Operazione della Finanza, un arresto e tre denunce. Spariti 600mila euro destinati ai centri di accoglienza, uno a Monticiano e due a Sovicille

L'operazione della Guardia di finanza

L'operazione della Guardia di finanza

Siena, 21 maggio 2018 - Un arresto e tre denunce nei confronti di un sodalizio che si era intrufolato nella ghiotta partita dei bandi per i servizi nei centri di accoglienza per migranti, in particolare una struttura di Monticiano e due di Sovicille, in provincia di Siena. E' il bilancio dell'operazione Picket della Guardia di finanza, che ha anche sequestrato 317mila euro. 

Le Fiamme gialle riferiscono di 600mila euro percepiti dalle società gestite dall'organizzazione ma non utilizzati per l'assistenza ai migranti. Venivano in realtà destinati ai conti correnti personali intestati ai responsabili del disegno criminale e a società ad essi riconducibili.

Tra i soggetti coinvolti c'è anche un sacerdote  della Diocesi di Grosseto. Il sacerdote, originario dell'Africa orientale,  avrebbe intascato una quota marginale dei soldi sottratti allo Stato in cambio di una firma su una convenzione fasulla per la fornitura di servizi di assistenza sociale agli immigrati. La convenzione era indispensabile alla società appositamente creata per partecipare alle gare di appalto indette dalla prefettura di Siena e accedere ai finanziamenti. Il sacerdote, ordinato presso la diocesi di Grosseto dai primi anni del 2000, è in Italia da diversi anni e svolge il suo operato di parroco in alcuni paesi limitrofi ai centri di accoglienza di Monticiano e Sovicille. 

Le indagini condotte dal nucleo di polizia economico-finanziaria e dirette dal procuratore della Repubblica Salvatore Vitiello hanno messo nel mirino una società creata appositamente sulle ceneri di un'altra società fallita nel 2014. Secondo l'ipotesi accusatoria, tre soggetti figuravano nell'organigramma societario ma la gestione era esercitata da un imprenditore fallito e con precedenti penali, che quindi non avrebbe potuto prendere parte ai bandi di gara pubblici.

Inoltre serviva una convenzione con operatori privati attivi nell'assistenza sociale per partecipare ai bandi, ostacolo aggirato sottoscrivendo una convenzione con un ente della provincia di Grosseto che si impegnava a fornire servizi senza avere la struttura né i mezzi per tenere fede agli impegni.

Le accuse vanno dall'autoriciclaggio all'appropriazione indebita e alla turbativa d'asta, reati che prevedono pene pesanti.