Palio, cena e brindisi per 1.500. È la notte del Drago

Dall’ingresso di Zio Frac al momento da brividi: il capitano Gotti cala il Drappellone dal palco dei giudici di piazza Matteotti

Siena, 2 ottobre 2022 - Cena in Piazza del Campo. C’è anche il palco dei giudici, con il Drappellone di Emma Sergeant che attende di essere calato dal capitano vittorioso. Suggestioni. Perché la piazza è in realtà quella Matteotti dove in 1500 si sono seduti nella cornice elegante – parola d’ordine dell’evento – ricostruita qui per celebrare il successo di Tittia e Zio Frac. La dea bendata ha strizzato l’occhio al Drago il 2 luglio e anche ieri sera, concedendo un clima dolce dopo fiumi di pioggia. Un’aria frizzante e leggera, i palazzi di Piazza ricreati con palchi e teloni, cingono il concone a due piani che volge le spalle alle Poste. Sui tavoli i commensali trovano il menù che parte con antipasto, passando al risotto agli asparagi con zafferano e pomodorini, quindi la tagliata di manzo fino al mousse al cioccolato con cuore di lampone. In dono a tutti i 1500 la flute per il cin cin di bollicine, con lo stemma dei festeggiamenti. Un tocco di classe a tavola e nell’allestimento, persino del box sull’aiuola che, in avvio di serata, accoglie da protagonista Zio Frac accompagnato dalle note di ’Tempi moderni’ al pianoforte. Che fa tanto atmosfera anni ’20. Quella che poi sarà il filo conduttore della festa. Quindi entrano da via del Paradiso le vecchie dirigenze, poi quella attuale ma senza l’altro protagonista del successo numero 39: il capitano Jacopo Gotti. Lui e i suoi collaboratori i protagonisti del primo film, un corto made in Drago, che racconta di un personaggio che si aggira nelle notti senesi. Proprio Gotti. Un pizzico di ironia il sale della cena di cui firma la regia Massimo Biliorsi. E dopo l’antipasto ecco l’altro filmato che vede i dragaioli dai 15 ai 30 anni interpretare una canzone scritta proprio da loro, parodia del videoclip di Fedez ma dal sapore anni ’60. Un crescendo di leggerezza che introduce il terzo video dedicato a tutto il popolo di Camporegio in un grande abbraccio. Vestiti eleganti? Non può essere diversamente. E la cornice sonora e sapiente di Francesco Oliveto che ha rielaborato l’inno del Drago fa da sfondo ad uno dei momenti più intensi di una serata che sa di bollicine. Di divertimento però senza strafare, piuttosto con quella classe che il Drago rivendica facendo la voce grossa. Il personale del catering, una sicurezza già sperimentata, corre fra i tavoli di autorità, ospiti e contradaioli. C’è naturalmente il sindaco.

Regali, si diceva. Uno speciale e unico perché denso di significati, uscito dalle mani di Chiara Tambani, artista dragaiola, è quello che a notte inoltrata il popolo di Camporegio, grato, consegna a Tittia per la vittoria. Una scultura altamente simbolica "che rappresenta i valori nei quali ci identifichiamo. Lo spago, il cordone ombelicale che unisce tutti i dragaioli nella memoria. E ancora: il nostro oratorio, spazio da cui partiamo e a cui facciamo ritorno, l’alloro della vittoria che rinnova ogni volta la vita, nell’impeto di un’emozione condivisa". Semplicemente splendido. E’ un crescendo di canti, di applausi come fosse la festa di Natale tutti insieme. In famiglia. Calore e affetto. E batticuore quando il capitano Jacopo Gotti cala nuovamente dal palco dei giudici di piazza Matteotti il Drappellone. Sì, l’ha fatto davvero.