"Caterina è una di noi Sia esempio per i giovani"

L’omaggio alla patrona d’Italia e d’Europa: insegnamento di grande attualità. Le associazioni che si occupano di assistenza donano l’olio della lampada

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"Santa Caterina, una di noi. Questa è una città dove è sempre dal popolo che si hanno le più straordinarie, le più evidenti e significative manifestazioni", rivendica il sindaco Luigi De Mossi. "Papa Francesco, nell’udienza del 2015, invitò i giovani ad innamorarsi di lei, a conoscere e a voler bene a questa santa", le parole del cardinale Augusto Paolo Lojudice. "Quale sarebbe stata oggi la proposta politica-laica di Caterina? Si sarebbe impegnata con grande passione in favore dell’intera comunità, soprattutto di quella senese", osserva il prefetto Maria Forte. Un omaggio alla Mantellata di Fontebranda, figura cara alla città, senza retorica ma, piuttosto, con lo sguardo rivolto all’attualità e al futuro, quello che ha concluso le celebrazioni cateriniane in forma extra small per via della pandemia. Anche se strideva la ristrettezza dei numeri delle autorità nel Portico dei Comuni e poi in San Domenico, con il flusso dei turisti che lentamente prendeva possesso del centro. E se ad offrire il cero è stato il Comune di Siena, l’olio della lampada votiva è arrivato in dono dalle associazioni cristiane e laiche che si impegnano nella sanità come ulteriore segno di attenzione verso questo settore. Tocca a Pietro Gennai, responsabile della pastorale sanitaria della diocesi dare loro voce, ricordando tra l’altro "che Caterina è patrona delle infermiere, rappresenta per chi svolge un servizio accanto a chi soffre un luminoso esempio a cui riferirsi". "L’augurio per quanti stanno accanto a chi si trova nella malattia – prosegue – è di dare ascolto alla fiamma interiore che chiama alla solidarietà e al sostegno reciproco. Oggi dal popolo senese sale verso la Santa la voce degli operatori di bene e solidarietà che le rivolgono affetto e richiesta di protezione e preghiera". E conclude con una frase di Caterina: ‘Se sarete quello che dovete essere metterete fuoco in tutta Italia non solo costì’.

E’ il cardinale Lojudice ad aprire le celebrazioni, ricordando tra l’altro quando Paolo VI le attribuì il titolo di dottore della Chiesa, anche se negli anni ’60 il fatto che fosse una donna era una primizia, Ci si domandava se potesse essere proclamata tale, come poi avvenne. Ed è sempre Lojudice a chiudere la cerimonia quando, dopo la messa in San Domenico, benedice Siena, l’Italia e l’Europa con la sacra reliquia del dito della santa mentre i turisti chiedono lumi alle forze dell’ordine. Uno sprazzo di ritorno alla vita, quello di ieri. "Una giornata speciale per i credenti e per la città", dice il sindaco nel suo intervento sottolineando come per Caterina fosse rilevante "l’espressione di un sentire interno, di una cristianità che non aveva bisogno di ruoli. Quello che celebriamo è un rito che va oltre la singola persona, oltre il singolo ruolo che occasionalmente tutti noi ricopriamo".

Laura Valdesi