Caffè amarissimo, la stangata al bancone è vicina

Il rincaro delle materie prime rischia di far salire il conto di espresso e cornetto a 3 euro. I baristi resistono, ma chiedono aiuto

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Un caffè più amaro del solito. È quello che i senesi stanno assaggiando in questi giorni al banco del bar. Dietro il quale, alcuni titolari stanno adeguando il listino prezzi al rincaro delle materie prime. Il risultato: caffè che puntano dritti e 1,20 con tetti di 1,50 euro e brioche pagate 1,10 euro. Alla base degli aumenti di caffè, cappuccio e cornetti c’è il caro-bollette, ma anche il rialzo delle materie prime con quotazioni del caffè che, in base alla stima di Assoutenti, sono cresciute nel 2021, dell’81 per cento. E ora, a pagare, potrebbero essere oltre ai gestori dei locali già in ginocchio per la pandemia, anche gli utenti. Un rischio che molte attività stanno cercando di ritardare il più possibile, rimettendoci di tasca propria.

"Siamo molto preoccupati – spiega Giovanni Carli, imprenditore titolare fra gli altri de La Favorita e del bar Il Fiumino – più che dell’anno scorso. Nel 2021, lavoravamo ancora meno, ma sapevamo di essere in una fase di stallo. Quest’anno è peggio: oltre all’aumento dell’energia salita del 50 per cento, ci sono incassi scesi fino al 45 per cento e affitti da pagare rimasti invariati". In poche parole: il rincaro al bancone sarebbe, per i titolari, solo una foglia di fico. "La farina ha un sovrapprezzo del 40 per cento e dal 1 gennaio ho dovuto aggiornare il listino prezzi dell’ingrosso, restando sempre sotto al prezzo media". Poi ci sono le altre spese. "Un esempio? In uno dei miei bar spendo 220 euro al giorno di corrente elettrica. Per riprenderli e guadagnare dovrei fare 300 caffè. Ma chi li fa in questo periodo?".

Lo stesso mantra recitato da Serena Macrì, titolare del Bar Tamoil sulla strada di Pescaia. "Per ora abbiamo lasciato i prezzi invariati: il caffè qui costa ancora un euro, ma i fornitori ci hanno già avvisato che da maggio scatterà il rincaro sul prodotto". E a quel punto per un barista la pistola è gia puntata alla tempia: perderci, pagando la differenza ma cercando di trattenere i clienti, oppure aumentare il listino. "Ritoccare eccessivamente i prezzi rischia di essere controproducente, ma quanto possiamo reggere?". Anche Riccardo Bicchi, titolare del Bar Key Largo, stringe i denti tentando di evitare il ritocchino sulla clientela. "L’energia elettrica è aumentata in maniera spaventosa e con questa anche le spese di gestione. A tutto questo si aggiunge il fatto che stiamo vivendo in pratica un lockdown di fatto: si vedono pochissimi clienti. Se le cose continuano così saremo costretti a un aumento".

A dicembre l’Istat aveva già registrato per il comparto bar un incremento medio dei listini del +2,8%. Il resto rischiano di farlo le bollette di luce e gas in arrivo dal 1 gennaio con balzelli stimati del 62%. Costi sulle spalle degli imprenditori. "Stiamo cercando di non ricaricare sul cliente le spese ulteriori - spiega Silvia Brogioni, dal Bar Termini – ma dipenderà molto dai fornitori. Qui caffè e brioche sono rimaste sempre a 1 euro". C’è invece chi ha già ceduto, come una pasticceria di Siena, diventata protagonista del post di un utente di Facebook che sul suo profilo ha pubblicato la foto dello scontrino: un caffè e due cornetti pagati 5,90 euro. In pratica 2,20 euro a brioche.