Bimbi maltrattati all'asilo, la tata è libera

Da mercoledì Patrizia Madotto non è più ai domiciliari. Rabbia dei genitori

A metà febbraio i carabinieri si erano recati nella sua casa di via Pisacane

A metà febbraio i carabinieri si erano recati nella sua casa di via Pisacane

Siena, 23 marzo 2019 - Non può ormai inquinare le prove, Tata Patrizia. Tantomeno compiere nuovamente lo stesso reato. Ossia maltrattare i bambini all’asilo domiciliare, come sostiene la procura. Il Comune di Siena ha infatti revocato la licenza grazie alla quale operava nella sua abitazione, in via Pisacane. Ed il difensore della donna, l’avvocato Riccardo Pagni, non ha presentato opposizione. Di conseguenza Patrizia Madotto, la titolare dell’attività, arrestata a metà febbraio dai carabinieri, non può riprendere l’attività che l’ha fatta finire nei guai. Nonostante la donna, molto conosciuta in città, attraverso il suo avvocato insista nel dire che non ha fatto del male ai piccoli, i video ripresi dalle telecamere sistemate all’interno dell’asilo domiciliare dagli investigatori raccontano una realtà dolorosa per mamme e papà. Fatta, lo scrivono anche gli inquirenti, di urla e capelli tirati, di nasi chiusi con le dita per costringere i bambini ad aprire la bocca. E mangiare. Di strattoni.

E’ tornata in libertà, mercoledì 20 marzo, Patrizia Madotto. «Noi l’abbiamo saputo soltanto stamani (ieri, ndr) – racconta il padre di una bambina – e già ci siamo attivati con il nostro legale affinché valuti le motivazioni alla base del provvedimento del giudice. E ci dica se è possibile intervenire. Non è giusto per noi che sia stata già rimessa in libertà. Lo stesso faranno anche altri genitori che stanno vivendo, dal febbraio scorso, questa situazione terribile. Non è ammissibile che succedano cose come quelle vissute dai nostri piccoli. Adesso non sono in pena perché mia figlia è a casa ma quando a settembre tornerà all’asilo sarà un inferno. Vivrò con l’angoscia».

L’auspicio di questo babbo pieno di rabbia e di dolore «è che la procura vada davvero alla radice del problema, analizzando oltre alle responsabilità in tema di maltrattamenti anche l’aspetto burocratico, relativo a controlli ed autorizzazioni concesse da parte delle istituzioni competenti. E’ importante che non vengano spenti i riflettori sulla vicenda».