Benzinaio valdelsano non ci sta "L’aumento dei prezzi è deleterio"

Massimo Dragoni da dodici anni guida l’area di servizio Ip in via San Gimignano "Situazione penalizzante"

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di Paolo Bartalini

"Non siamo certo noi gestori a beneficiare degli aumenti del carburante. Anzi, spesso subiamo le conseguenze di tutto questo". Lo spiega Massimo Dragoni, da dodici anni alla guida dell’area di servizio di Poggibonsi con marchio IP in via San Gimignano, lungo la strada che si congiunge con la zona industriale dei Foci. Un impianto, tra l’altro, che si distingue per i prezzi tra i più bassi praticati a Poggibonsi. Argomento di stretta attualità preso in esame da un conoscitore del quadro delle normative e delle abitudini dei consumatori, in virtù di una esperienza ultradecennale nel settore.

"Sono in tanti a pensare che gli aumenti dei costi finiscano per premiarci – afferma Dragoni – e invece in tante occasioni è esattamente il contrario. Perché con i prezzi della benzina che, in generale, lievitano, i clienti che per esempio sceglievano in precedenza un rifornimento da cinquanta euro, ora scendono a trenta. Difficile, quindi, dinanzi a tale scenario, ipotizzare dei vantaggi per noi che siamo quotidianamente a offrire un servizio alla collettività. Senza contare un’altra problematica...". Quale? Siamo in tempo di scioperi dei distributori e così è il momento anche per evidenziare alcune tra le principali criticità per la categoria.

"Il regolamento introdotto di recente che ci obbliga a esporre l’indicazione del prezzo medio regionale – osserva Dragoni – rischia di creare ulteriori fraintesi tra le persone che si recano da noi, così come, probabilmente, in altre strutture. Per i clienti, specie gli anziani, già è complicato adesso distinguere negli importi tra il self e il servito. L’altro giorno qualcuno aveva addirittura ravvisato un incremento insostenibile nei nostri carburanti, ma si sbagliava di grosso, non aveva visto bene le quote evidenziate sul display. Figuriamoci in presenza di un ulteriore cartello da sistemare, pena una sanzione, qui fuori: c’è il timore - conclude - di un nuovo motivo per creare equivoci tra la gente".